Devilman (Omnibus): recensione del libro

Qualche Natale fa il buon EvilAle mi ha regalato l’edizione Omnibus di Devilman, il manga che Go Nagai scrisse tra il 1972 e il 1973 (e da cui fu tratto subito dopo un anime composto da 39 episodi). I manga non sono la mia passione, ma ho accettato volentieri di entrare in un territorio sconosciuta leggendo quest’opera così ben considerata in Giappone e nel mondo per il suo tono oscuro e per la creazio e di un supereroe molto diverso da quello tipico a cui siamo abituati.

Ho trovato la lettura molto soddisfacente, perché sono tante le cose che mi sono piaciute di Devilman. Si legge velocemente (nonostante sia circa 1300 pagine), Go Nagai ha uno stile asciutto per raccontare le cose, il tema antimilitarista mi ha colpito per la forza con cui viene proposto (erano gli anni della Guerra Fredda e del Vietnam), per non parlare della libertà con cui l’autore mostra violenza e nudità in un prodotto destinato a ragazzi. E poi ho conosciuto un fumetto diverso da quelli che sono abituato a leggere normalmente (io mi muovo sempre tra Neil Gaiman, Alan Moore, Goscinny e Uderzo, la Bonelli, e Topolino), e ciò mi ha intrigato non poco.

Essendo Devilman parecchio lungo, ho pensato di scriverne capitolo per capitolo. Sarò breve, come mio solito, e credo che sia il modo migliore per rispettare un’opera che non definirei complessa, ma che ha sicuramente una trama sorprendente. Se volete evitare spoiler, meglio se tornate dopo aver letto Devilman

1. Una sfida mitologica

Il manga comincia nella preistoria, addirittura, con angeli ermafroditi che combattono contro assurdi demoni. Salto temporale, e ed ecco un demone che pare avere anche caratteristiche di quegli stessi angeli trovato nel 198X da due esploratori nella regione montuosa dell’Himalaya. I demoni si univano tra loro per diventare più forti e sopravvivere, e alcuni pare che siano vivi ancora oggi, nascosti in luoghi inaccessibili. Ho apprezzato molto la scelta di un inizio senza fumetti o didascalie, con le immagini che parlano da sole. L’incipit cattura sicuramente l’attenzione! 

2. La rinascita del diavolo.

Incontriamo gli adolescenti Akira Fudo, codardo e piagnone, e la bella Miki. A difenderli da dei teppisti ci pensa Ryo Asuka, amico di Akira Fudo e armato. Suo padre si è suicidato da poco. Ryo racconta un’assurda storia a Akira di demoni incastrati nei ghiacci delle glaciazioni e di Dante che ha visto davvero il diavolo e ne ha scritto nella sua Divina Commedia! Poi, durante un sabba da lui organizzato, Akira si fonde con Amon e diventa Devilman, una creatura dai poteri straordinari, che ancora non conosciamo. Qui troviamo nudità, sesso, violenza, parolacce… tanto che è impossibile non pensare a come sia cambiato il mercato per ragazzi dagli anni Settanta ad oggi! Questo è il capitolo della nascita del supereroe, chiamiamolo così, e avviene senza troppe cerimonie, un po’ come succedeva nei fumetti statunitensi già decadi prima.

3. Sirène, l’uccello demoniaco.

I demoni di cui ha parlato Ryo non tardano a reagire alla possessione di Amon. Sirène va contro Devilman, quello la sconfigge, e allora la aiuta un altro demone, Kaim. L’unione dei due quasi riesce ad uccidere Devilman, ma l’amico Ryo, che non era morto durante il sabba anche se sembrava di sì, lo salva curandolo (e meravigliandosi della vitalità del corpo diabolico di Devilman: gli riattacca un braccio senza alcun sforzo, per esempio). Qui comincia a farsi strada uno schema fin troppo semplicistico della storia che la dominerà per tutta la sua prima metà, fino a che Go Nagai non deciderà di scrivere una trama un po’ più complessa e di respiro più ampio. 

4. Il grande shock di Susumu

Mentre Ryo e Akira parlano di come fermare i demoni che vogliono distruggere l’umanità, il fratellino di Miki, Tare, parla col suo amico Susumu che gli dice che sua mamma è cambiata e lo maltratta, e che ha paura per la sua vita. Pare che molte mamme stiano uccidendo i propri figli: che siano possedute dai demoni? L’ultima vignetta con la testa mozzata di Susumu risponde affermativamente alla domanda. L’attacco demoniaco è in corso e, in stile, They Live (Essi vivono, 1988), i demoni stanno prendendo possesso di svariati esseri umani senza che nessuno se ne accorga. Da una storia adolescenziale, già da queste prime battute Devilman sembra assumere un respiro epico, con l’umanità in pericolo a causa di demoni risvegliati dopo una latitanza durata millenni. 

5. Lo spaventoso Jinmen

Ed ecco il secondo grande scontro di Devilman, stavolta contro un demone che mangia umani e poi li tiene nel suo carapace come in una specie di limbo. Subisce questo destino anche un’amichetta di Akira, Sac-Chan, che non avevamo mai visto e che non vedremo mai più, e Devilman non ha problemi a sconfiggere Jinmen. Questo capitolo è particolarmente ripetitivo dopo quello di Syrène (teoricamente ce ne potrebbero essere centinaia così), e mi è sembrato poco riuscito il tentativo di farci empatizzare con Sac-Chen, introdotta poco prima della sua morte. Non basta dire che è importante per il protagonista: se noi lettori non l’abbiamo mai vista prima, non possiamo che ignorarla. Quindi tra ingenuità narrative e ripetitività degli eventi, questo capitolo non mi ha entusiasmato affatto.

6. Giovanna d’Arco nel regno demoniaco

Qui comincia un ciclo storico, diciamo, che mi ha ricordato la parentesi delle nebbie di Avalon nella splendida serie animata dei Gargoyles degli anni Novanta. In questa storia quasi tutta a colori, Ryo porta Devilman nel passato a uccidere dei demoni che stanno processando Giovanna d’Arco per impedirle di porre fine alla Guerra dei Cent’anni. Ironico: lei morirà processata per stregoneria… 

7. Una tarda primavera a Vienna

Qui si tenta di spiegare l’origine dell’odio verso gli ebrei di Adolf Hitler in maniera goffa, con un demone che uccide il suo primo amore Stefanie. Sorvolando sulla storia (che Go Nagai ha realizzato collaborando con Masaki Tsuji), è interessante che Ryo stia continuando a sviluppare poteri non comuni: per trovare il giovane Adolf Hitler, Ryo e Akira viaggiano nel tempo e nello spazio (anche se non è chiarissimo se grazie a Ryo o per una causa esterna ai due).

8. La Nike di Samotracia, la bella dèa della guerra

Stavolta la collaborazione è con Hiroshi Koenji, e Ryo e Akira senza spiegazione alcuna sono soldati in una nave da guerra greca nel 200 a.C. in rotta verso Samotracia. Ma gli abitanti dell’isola sono armati di mitragliatrici e bazooka! Perché? È la dèa Nike che li ha forniti, ed è un demone. Stavolta è più carino il collegamento tra le azioni di Devilman e il passato, visto che in combattimento Nike perde braccia e testa (come la famosa statua attualmente esposta al Louvre), e che viene rivelato che Nike era la sposa di Amon (infatti Devilman si concede a lei, è Ryo ad ucciderla). 

9. La regina stregata di Versailles

Qui è Maria Antonietta a fare le spese di un demone che le entra nel cuore e la fa comportare in modo orribile. Devilman e Ryo lo sconfiggeranno, ma non in tempo per evitare l’arrivo della Rivoluzione Francese e la ghigliottina per la sovrana. 

10. Il diavolo di Little Big Horn

Il generale Custer fu responsabile di vari massacri, tra cui quello di un accampamento Cheyenne sul fiume Washita poco prima che il suo Settimo Reggimento Cavalleria fosse annientato da una forza formata da guerrieri Apache e Cheyenne. Nella rilettura di Devilman, fu quest’ultimo a togliere di mezzo Custer e i suoi uomini, che erano guidati da dei demoni. Mi è sembrato di capire che Ryo sia omosessuale, cosa che prova a dire a Akira senza riuscirci, per timidezza. Se fosse così, Go Nagai sarebbe davvero avanti, con un protagonista omosessuale in un fumetto degli anni Settanta (e abbiamo già visto umanoidi ermafroditi nel primo capitolo di Devilman, in effetti)! Inoltre non è banale che si presentasse Custer come il genocida che era, nel 1972: Little Big Man (Piccolo grande uomo), uno dei primi western cosiddetti revisionisti, era uscito soltanto due anni prima. 

11. Il ragno delle tenebre

Un demone chiamato Razba attacca Devilman a scuola possedendo prima i corpi dei teppisti che abbiamo conosciuto all’inizio del manga con dei tagli, e poi usando anche altri studenti. Alla fine Devilman riesce ad ucciderlo e salvare Miki, anche se forse muoiono i cinque teppisti che nel frattempo si erano trasformati nei suoi alleati. Pur essendo l’ennesimo sconto tra un demone e Devilman, questo mi è parso più riuscito per l’uso dei personaggi secondari che conoscevamo sin dall’inizio del manga. Però ammetto che ho sfogliato velocemente le pagine dei combattimenti che tra l’altro spesso non ho trovato nemmeno così belle da vedere, con disegni non dettagliati e che non fanno comprendere a pieno le azioni dei personaggi (ma la qualità di questo è variabile, a volte più alta, a volte più bassa). 

12. Un giorno d’estate

Akira, Miki e Ryo sono al mare, dove Devilman uccide un demone acquatico. Ryo sembra geloso, però, e per niente felice… A cosa porterà questo suo stato d’animo? Forse è solo un assaggio del suo tormento interiore, visto che ha già capito cosa succederà a breve? O forse si riallaccia al tema dell’omosessualità e jn eventuale amore per Akira

13. L’inizio della fine

Credo che questo sia il capitolo più lungo dell’intero manga. Qui la storia fa grandi passi in avanti: i demoni cominciano a fondersi con gli umani indiscriminatamente, facendone morire molti (perché la ragione non può convivere coi demoni) e rivelando la propria esistenza. Questo crea anche dei nuovi Devilman, che se si unissero potrebbero combattere i demoni. Poi, il Re Diavolo Zenon appare per sfidare l’umanità intera. Ryo convince Devilman a non combattere nella prima ondata dell’invasione dei demoni, per essere più efficace in quelle successive. Poi la guerra ha inizio e la distruzione è totale, con crudeltà e violenza indicibili. Scoppia pure la guerra nucleare tra Stati Uniti e Unione SovieticaDevilman non ce la fa a stare con le mani in mano, e combattendo viene sopraffatto. Scopriamo così che Satana stesso ha ordinato che non gli venga fatto del male. Che invece di essere il salvatore dell’umanità, sia l’arma finale dei demoni?

Poi le cose precipitano: l’Unione Sovietica viene inghiottita da una sfera di luce, le nazioni della Terra si lanciano in guerre assurde, e comincia una caccia alle streghe volta ad eliminare i demoni che però, a questo punto, sono già nascosti. Praticamente, gli umani uccideranno altri umani (e i vari Devilman che invece potrebbero combattere al loro fianco), specialmente dopo la scoperta che i demoni non sono altro che umani trasformati perché infelici della loro vita. Così, tutti i soggetti a rischio di infelicità, ossia le minoranze e gli emarginati, vengono considerati bersagli legittimi delle autorità militari perché potrebbero diventare demoni! Il manga di Go Nagai qui si fa politico come mai prima, con una condanna esplicita di questa violenza e della guerra che genera mostri peggiori dei demoni che l’hanno iniziata.

14. L’angelo caduto

Questo capitolo si apre col mondo in guerra ed in preda alla paranoia con una caccia alle streghe indiscriminata, e coi Devilman che provano ad unirsi usando la telepatia e formando una specie di resistenza segreta (fanno parte di loro anche molti monaci tibetani). Ryo però è inquieto e torna nella sua casa a fare delle ricerche, scoprendo che il suo passato è diverso da come lo pensava. Ryo Asuka pare essere morto da giovanissimo, chi sarà lui? E perché molti demoni convergono dove si trova? Ciò che sappiamo è che dopo qualche tempo Ryo va in TV a raccontare una storia diversa da quella che conosciamo, e accusa Akira di essere un demone, provocando l’ira della famiglia di Miki. In pratica, Ryo tradisce Akira e tutti i Devilman (e l’umanità intera)! L’angelo caduto è quindi lui, il vero e proprio Satana. E alla fine del capitolo, ad Akira viene detto che la famiglia di Miki è stata arrestata, per non aver loro consegnato prima Akira

15. Il tracollo

Devilman chiama a raccolta i suoi per assaltare la fortezza governativa anti-demoni e salvare i suoi zii, i genitori di Miki e Tare. Nel frattempo, però, una folla inferocita attacca questi ultimi credendoli dei demoni. Go Nagai finalmente arriva al punto del suo Devilman: il messaggio è chiaramente pacifista, con le immagini fortissime che condannano la stupidità della guerra attraverso la metafora dei diavoli che attaccano l’umanità e l’umanità che diventa più malvagia dei diavoli stessi. In ogni guerra abbiamo visto civili torturati ed uccisi senza una ragione, la paranoia e il sospetto che portano a crimini orribili, persone dalla coscienza sporca che si giustificano sostenendo di aver solamente ubbidito ad ordini dei superiori, genocidi insensati…

È in questo capitolo che Devilman si chiede se abbia senso difendere l’umanità che è arrivata ad un livello morale così basso, oppure no. Non solo trova i suoi zii orribilmente mutilati dalle forze speciali anti-demoni, ma la folla inferocita decapita gli innocenti Miki e Tare senza pietà. L’unica cosa che vuole fare Akira è uccidere Ryo che, scopriamo… è Satana, e lo è sempre stato sin dalla prima apparizione nel manga! Questa rivelazione mi è sembrata un po’ esagerata, non ho idea se Nagai avesse deciso questa cosa sin dall’inizio o no, e ho dei dubbi sul fatto che possa funzionare o meno con quanto visto fino ad ora di Ryo (però spiega il suo tradimento finale, certo). L’innamoramento di Ryo nei confronti di Akira c’è stato, e Ryo/Satana lo giustifica dicendo di essere un ermafrodita (questo spiega perché Devilman fu salvato per ordine di Satana in L’inizio della fine)… Alla fine del capitolo, Akira incontra Ryo ma non lo sfida perché sta dando degna sepoltura alla testa di Miki. Credo che lo scontro finale stia per arrivare visto che il capitolo successivo si intitola…

16. Armageddon

Che finale! Su una Terra dove l’umanità si è ormai estinta, Satana e il suo esercito fronteggiano i Devilman. Non mi aspettavo niente di simile… 


Come scritto in apertura, non sono uso leggere manga, di fatto credo che questo sia il secondo che ho letto dopo aver adorato Nausicaa di Miyazaki. Devilman è considerato uno dei punti più alti del fumetto giapponese, e dello shonen in particolare (shonen vuol dire ragazzo, e indica un prodotto indirizzato a giovani maschi adolescenti). In questo, Devilman mi sembra dirompente, con tutta la violenza e la nudità che non esita a mostrare sin dalle prime pagine.

Ma al di là del valore culturale che indubbiamente aveva un prodotto simile negli anni Settanta quando uscì, così come ancora oggi, la cosa che più ho apprezzato è sicuramente il chiarissimo messaggio pacifista. La guerra è stupida e porta solo distruzione, dolore e morte. Più chiaro di così è impossibile!

Per il resto, ho trovato i passaggi più profondi della trama veicolati in modo un po’ elementare, fondamentalmente con degli spiegoni scritti per i lettori più che come dialoghi credibili tra i personaggi. I disegni mi sono sembrati di qualità altalenante: a volte sono splendidi (penso a molte tavole del capitolo finale, per esempio), ma spesso sono più abbozzati, e non riescono a comunicare bene il senso di movimento e le azioni dei personaggi.

Ma, come detto, non posso dire di non aver apprezzato Devilman in questa sua splendida edizione Omnibus. Ho letto dell’esistenza di svariati spin-off, ma mi ritengo soddisfatto così. Se amate i manga, forse conoscete già Devilman, ma se il nome non vi dice niente, sappiate che costituisce una gradevolissima lettura con un ottimo messaggio di fondo e con un finale bomba che non rivelo di certo in questo post. Ciao! 

PS: Go Nagai ha continuato a scrivere di Devilman negli anni, tanto che questa storia contenuta nell’edizione Omnibus è considerata il primo di cinque libri. Personalmente mi accontento così, ma se volete più Devilman, sappiate che potete trovarlo in molte altre storie.

PPS: qualche tavola:


28 risposte a "Devilman (Omnibus): recensione del libro"

  1. Ho letto Devilman tanti anni fa, edizione… credo Dynamic, ma i capitoli dal 6 al 12 non mi sono affatto familiari, forse sono stati aggiunti negli anni.
    Già la parte iniziale, con gli angeli ermafroditi e la scoperta dei demoni dagli esploratori, credo sia successiva alla serializzazione iniziale, ma non metto la mano sul fuoco. Magari viene spiegato in Gekiman, un manga-documentario in tre volumoni in cui Go Nagai racconta in che scenario nacque il suo fumetto.

    Riguardo a Ryo/Lucifero, è un angelo quindi è ermafrodita pure lui. Ricordo questa “razionalizzazione” secondo cui si era innamorato di Akira perché non era solo un uomo, ma pure una donna. Forse Nagai trovava poco interessante uno sviluppo semplicemente omosessuale del personaggio? Vai a sapere…

    Riguardo ad altri manga su Devilman, mi ha sempre incuriosito Amon, disegnato da un signor artista, Yu Kinutani, che ha davvero una mano notevole. Ma ai tempi non avevo soldi da spendere e oggi non so se JPOP abbia ripreso quella serie.

    In generale trovai Devilman un buon fumetto, molto diverso dalla serie animata di allora, in cui era praticamente un personaggio tokusatsu. In generale, Nagai è un artista molto casinista, ma Devilman ha il suo perché.

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    1. Interessante quello che dici! Quindi pensi che la Omnibus abbia messo insieme numeri del manga non necessariamente in ordine di uscita? Dà un po’ questa sensazione, lo ammetto, un po’ per la variabilr qualità dei disegni, un po’ per gli intermezzi storici che arrivano e se ne vanno senza grosse spiegazioni…

      Io sono ignorantissimo di JPOP, lo ammetto, ma questo Devilman mi è piaciuto davvero, anche senza conoscere troppo il contesto in cui è nato (un amico mi ha spiegato la rivoluzione shonen degli anni Settanta a rompere i temi pacifici del dopoguerra).

      Su Ryo… Credo fosse presto per avere personaggi omosessuali così importanti in fumetti del genere!

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      1. Non so se sia andata in quel modo, ma non credo che alla prima edizione abbiano tagliato dei capitoli, quando avrebbero potuto semplicemente fare volumi extra. E ti dirò, le parti di viaggio nel tempo che ho letto da te non mi sembrano indispensabili, dai miei ricordi la storia filava liscia senza Giovanna D’Arco e Maria Antonietta.
        Ci sarebbe da indagare, avendo un po’ di tempo 🙂

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  2. Questo è il Devilman che ho conosciuto per primo, ovviamente non poco censurato e “ammorbidito” rispetto al manga anche per facilitare i cross-over con altre creazioni nagaiane come Mazinga Z (più specificatamente per ragazzi, cosa che certo in origine Devilman non era)… 😉

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      1. Io invece ho avuto addirittura l’onore di assistere al crossover Devilman/Mazinga Z direttamente in sala, verso la fine degli anni ’70 🤓
        A proposito del personaggio, sono sicurissimo che tu creda di averlo letto per la prima volta solo ora, ma forse non è esattamente così: il n°22 di Nathan Never (“Demoni”), infatti, lo citava a destra e a manca, a partire dal nome del villain franco/nipponico Shoji “DeVille” (quest’ultimo ai servigi di un altro antagonista storico della serie) 😉

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        1. Al cinema! Che spettacolo!

          E ammetto di non ricordare il 22 di Nathan Never… altro fumetto che dovrei riprendere, tirandolo fuori dalle scatole dove sta dormendo in cantina di casa di mamma… :–(

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  3. 🎶 Dopo un lungo sonno s’alzeraaaaà
    Chi dovrà regnare sull’umanitaaaaà

    Devilman, grande, uomo diavolo
    Devilman, principe del brivido
    Dominare il mondo vuoi con la malvagità
    Devilman, sarà un inferno…🎵

    Una delle sigle più belle in assoluto, per un cartone che mi faceva una paura del diavolo (ah ah!), tra questo e “Bem – Il Mostro Umano” c’era di che farsela sotto. Ma tutti pomeriggi su Odeon Tv io e mio fratello non si mollava mai 🤩
    Il manga lo acquistò lui, ormai grandicelli, ricordo di averlo iniziato, ma forse dopo un po’ ho mollato, probabilmente la qualità dei disegni mi fece desistere. Ti ho letto molto volentieri perché non ho mai saputo come andasse a finire tutta la storia, e mi sa che approfitto per chiedere al fratellino di tenere quei fumetti a portata a mano che tra un po’ vado a prenderli 😛

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    1. Cerca di vincere il rifiuto del tratto, perché come storia non è male, va letta almeno una volta nella vita.
      Ma forse mi faccio trascinare dal mio debole per il modo di disegnare di un tempo, mi sembra sempre che abbia un’atmosfera degna di nota 🙂

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            1. Il problema è la competizione coi ricordi dell’infanzia. Perché, per quanto potesse essere una serie inadatta a un bambino, Bem è stata parte della mia infanzia quanto i cartoni più pucciosi o i gruppi risolvi-mistero di Hanna & Barbera XD

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