The X-Files – S08E16, Tre parole

Three Words, Tre parole, chiude la trilogia sulla mythology cominciata con Questo non accade e proseguita con Sopravvissuti. E inaspettatamente, dopo il debole episodio precedente pieno di buchi di trama e salti logici incomprensibili, la trilogia si chiude con un signor episodio in cui interagiscono in modo non banale Mulder, Scully e Doggett. Sono tutti e tre sulla stessa barca, pedine di un gioco più grande di loro, ma uno (Mulder) non lo capisce, e gli altri due (Doggett e Scully) lo capiscono tardi.

Si torna ad Absalom (Judson Scott) e al suo gruppo: uno degli appartenenti, Howard Salt (Gary Bristow), prova ad entrare nella Casa Bianca e perde la vita nel tentativo. Voleva consegnare un CD con delle informazioni al Presidente, protette dalla password FIGHT THE FUTURE (il titolo del film del 1998!). Per ottenere quelle informazioni, Mulder quasi muore pure lui in una trappola preparata dall’agente Knowle Rohrer (Adam Baldwin), vecchio amico di Doggett ma ormai solo all’apparenza: ha una strana protuberanza alla base della nuca che, interpretando il comportamento di Absalom, si capisce indicare l’essere alieno e parte dell’invasione che sembra essere già cominciata. 

Ed è questo uno dei punti più importanti di Three Words, naturalmente: l’invasione aliena tanto temuta è in corso ed è in stile They Live (Essi vivono, 1988), con umani rimpiazzati da esseri solo all’apparenza tali, ma che in realtà servono interessi altri (ancora misteriosi). Un’informazione importante pare essere quella sui rapiti: gli alieni li scelgono in base al loro corredo genetico, presumibilmente perché più compatibili con la trasformazione a cui li sottopongono (trasformazione come quella di Billy Miles nell’episodio precedente, che ricorda alla lontana quella dell’alieno nella centrale nucleare insieme a Gibson Praise qualche anno fa ne Il principiograzie orodromeus di Eat the corn per farmelo notare!). Sono quindi rapimenti diversi da quelli del Consorzio di Cancer Man volti a trovare un vaccino e con l’obiettivo di creare ibridi umani/alieni… Che confusione! 

Un altro punto importante dell’episodio è il ritorno di Mulder, un Mulder spaesato e irruento. Non deve essere facile tornare alla realtà dopo mesi di assenza, prima torturato senza pietà e poi sepolto in una bara a due metri di profondità. Però qui lo vediamo in difficoltà con Scully, visto che in nessuna scena si nota la loro usuale complicità, e soprattutto con Doggett, che Mulder vede come un nemico, specialmente dopo la morte di Absalom

E poi ecco anche i Lone Gunmen (Tom Braidwood, Dean Haglund e Bruce Harwood) in piena forma, anche eroi d’azione quando aiutano Mulder ad infiltrarsi in un centro governativo per trovare le prove dell’invasione. La spiegazione sta nel lancio della serie spinoff a loro dedicata poco prima della messa in onda di questo episodio, una serie che fallì clamorosamente e fu cancellata alla fine della prima stagione.

L’altro punto chiave della storia di Three Words è Kersh (James Pickens Jr.) che rifiuta categoricamente di accettare il ritorno di Mulder agli X-Files. Pare che Duchovny avesse deciso di non tornare per la nona stagione (mentre Scully aveva firmato in blocco per l’ottava e per la nona), quindi gli sceneggiatori (Chris Carter e Frank Spotnitz) cominciarono a preparare il terreno per un futuro privo di Mulder. Le dichiarazioni che si trovano ora tirano fuori un Duchovny deluso dall’aver trovato, al suo rientro, una serie diversa da prima, con un’altra storia da raccontare in cui Mulder non era più così centrale. Grazie al c…, era stato lui ad andarsene e ad accettare di apparire solo in una manciata di episodi dell’ottava stagione, qualcosa i creatori della serie dovevano inventare per andare avanti, no?

In ogni caso, e tornando all’episodio in sé, a me pare che Doggett ne esca come un gigante dalla morale inflessibile e dai saldi principi (pure Skinner, a dire la verità); Mulder è tornato ma sembra marginale, e lo diventerà sempre di più; e Scully con quel pancione è necessariamente fuori dall’azione, e in un paio di mesi diventerà madre. Date queste considerazioni, si capisce l’introduzione in Questo non accade di Monica Reyes, anche se ancora non è tornata a farsi vedere. Ciao! 


Episodio precedente: Sopravvissuti

Episodio successivo: Connessioni


10 risposte a "The X-Files – S08E16, Tre parole"

      1. Credo avesse sovrastimato la fama procuratagli dalla serie, pensando che sarebbe stata sufficiente per garantirgli porte aperte anche per il cinema (e con progetti nulla aventi a che fare con gli X-Files), ma non è andata così… Comunque, tornando a questa trilogia, possiamo tranquillamente parlare di un finale degno oltre che foriero di nuovi aspetti della mythology (sì, questi SONO rapimenti diversi da quelli del Consorzio). Pensandoci bene, poi, il tutto può essere interpretato come il ritorno di Duchovny visto in chiave metaforica: per autori e produttori era ormai come morto (Mulder in fin di vita), poi è tornato in condizioni non più a lui così congeniali, disorientato dalle differenze e da un ruolo marginale rispetto a prima (il tutto ben riflesso in un Mulder spaesato e irruento, redivivo per un pelo) e con il fiato sul collo da parte dei suddetti autori e produttori molto meno disposti a subire altri suoi colpi di testa (lanciandogli un avvertimento per il tramite di personaggi come Knowle Rohrer che arrivano quasi ad uccidere Mulder, e in quel caso per lui non ci sarebbe stata nessuna nuova “resurrezione”) 😉

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        1. Non mi stupirebbe scoprire di messaggi non troppo subliminali degli sceneggiatori a Duchovny, lanciati attraverso vicende che riguardano il suo personaggio, ora che ti leggo… X–D

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