Terminator 3: Rise of the Machines: recensione del film

1984: The Terminator (Terminator), di James Cameron.

1991: Terminator 2: Judgment Day (Terminator 2: Il giorno del giudizio), di James Cameron.

2001: Terminator 3: Rise of the Machines (Terminator 3 – Le macchine ribelli), di Jonathan Mostow (combo breaker!).

Voglio essere chiaro: questo non vuole essere uno di quei post che rivalutano film orribili del passato solo perché è passato il tempo. Ho rivisto questo film 10 anni dopo la prima e ultima volta che l’ho visto e mi sono sorpreso perché ho pensato: ma quindi non è così orribile?

Purtroppo è pieno di momenti che fanno rabbrividire, sono il primo ad ammetterlo. Ma allo stesso tempo ci sono alcuni buoni effetti speciali (e altri orribili). E John Connor non è Edward Furlong, ma Mike Stahl, il cui carisma è un decimo di quello di Furlong, ma a quanto pare era troppo dipendente da qualsiasi sostanza illegale immaginabile per lavorare a questo film.

La storia è esattamente la stessa di Terminator 2. C’è un Terminator malvagio (Kristanna Loken) che va nel passato e cerca di uccidere John Connor, qualche anno dopo l’ultima volta. C’è un Terminator buono che torna indietro nel tempo per iniziare a salvare John Connor ed è interpretato da Arnold Schwarzenegger. Si incontrano, combattono, scappano, e a un certo punto potrebbero scappare in Messico e sdraiarsi mentre la guerra nucleare distrugge l’umanità, ma decidono di reagire. Si recano in una certa struttura, trovano un certo responsabile di Skynet, che questa volta è un bianco (David Andrews) ed è il padre della futura moglie di John (Claire Danes).

Alla fine, i Terminator si uccidono a vicenda e il finale è… sorprendentemente di buona qualità, qualcosa che non ci si aspetta dato il resto del film. Immagino che ci aspettiamo sempre che i buoni salvino la situazione, ma in questo caso non succede davvero perché il Giorno del Giudizio è inevitabile secondo questa linea temporale (non so molto dei remake e dei reboot fatti di recente).

Quindi parliamo del finale. Questo è probabilmente l’unico motivo per cui non sto distruggendo questo film in questo post. È buono, ma il resto del film è in realtà una delusione. È fondamentalmente un noioso inseguimento dopo l’altro, gli effetti speciali sono un po’ confusi perché quelli pratici sono fantastici ma quelli digitali sono terribili.

Ci sono molti dialoghi e momenti che fanno rabbrividire, come quando al Terminator cattivo crescono le tette o quando il Terminator buono indossa degli stupidi occhiali in una sorta di divertente (?) remake di una scena precedente di un film precedente. Il regista non è James Cameron e si vede. La musica è terribile e non ha nulla a che vedere con quella che io considero la musica di Terminator. Quindi non mi piacciono molti aspetti del film…

Però, se si sopravvive al 90% del contenuto del film accontentandoci di quel poco di buono che ci offre, si arriva a un finale veramente bomba, talmente tanto che me la sento addirittura di consigliare la visione. Ciao!

PS: divertente il cameo di Earl Boen nei panni del dottor Silberman, che fino a quel momento non si era perso un singolo film di Terminator


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15 risposte a "Terminator 3: Rise of the Machines: recensione del film"

  1. Io questo terzo capitolo lo vidi al cinema e qualche altra volta in DVD e devo dire che non mi ha mai disgustato. E’ un solido action sci-fi che si lascia guardare senza infamia e senza lode. Essere il terzo capitolo che arriva dopo i due di Cameron lo affossa parecchio, ma se penso a Genesys o Salvation, allora questo non è il peggior titolo della saga.

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  2. Per quanto dopo “Terminator 2” il franchise sia stato praticamente una discesa in caduta libera (con la possibile eccezione di “T2 3-D: Battle Across Time”, cortometraggio diretto da James Cameron, Stan Winston e John Bruno del ’96 per i parchi di divertimenti della Universal) e su questo credo che siamo tutti d’accordo, il terzo sequel non è certo il meno riuscito dell’intera saga, no, specialmente se messo a confronto con quello che è venuto dopo…

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    1. Beh si, confrontato agli inguardabili film successivi T3 ha unasua dignità, anche se per me sta tutta nel finale. Il resto del film è indicativo del declino qualitativo della saga, solo che al tempo era impensabile che si sarebbe arrivati agli abissi in cui è sprofondata! :–)

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        1. Salvation è incomprensible: una trama stupidissima dove non torna niente, una regia insulsa, una fotografia tremenda, la violenza che non c’è… Ma perché? Si salvava solo il povero Yelchin… Gli altri li ho evitati. :–/

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          1. Non sapevano più dove andare a parare! In pratica, un continuo gioco al ribasso, dove il precedente guadagnava qualcosa solo in base ai demeriti del successivo: se confrontato con Genysis, infatti, allora persino qualcosa come Salvation sembra avere un minimo di storia da raccontare (il che è tutto dire 😟)… E a Genysis, poi, un fan di Doctor Who non può perdonare il modo in cui hanno sprecato Matt Smith nel ruolo del villain (Skynet) 😠

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  3. Pingback: Terminator Genisys
  4. Ci ho provato a farmelo piacere, o almeno a farmelo digerire, anche perché ci sono molte idee buone, il brutto è che sono sepolte da altrettante idee pessime. All’epoca poi adoravo la Loken per la serie TV “Mortal Kombat” che andava su Italia1, ma niente, non riesco a vedere in modo sereno questo film 😛

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