Avatar: recensione del film

avatar3Più di dieci anni fa, nel 2009, uscì Avatar, film diretto da James Cameron. Forse ne avete sentito parlare, visto che, siccome James Cameron non fa le cose per caso, con Avatar riuscì a battere il record di incassi nella storia del cinema che apparteneva, ma guarda un po’, a James Cameron. D’altronde South Park ci insegna che James Cameron doesn’t do what James Cameron does for James Cameron. James Cameron does what James Cameron does because James Cameron is… James Cameron.

Ma parliamo del film. Il protagonista è l’allora (e ancora?) sconosciuto Sam Worthington accompagnato, tra gli altri, da Zoe Saldana (Star Trek Beyond), Sigourney Weaver (Alien, Aliens…) e Stephen Lang (Don’t Breathe). La trama? Se togliamo le complicazioni tecnologiche e fantascientifiche, è abbastanza semplice. L’esercito sta proteggendo una corporation che vuole estrarre un minerale prezioso da una zona del pianeta Pandora dove vive un clan di Na’Vi, degli umanoidi azzurri che vivono in armonia col pianeta, la sua vegetazione e i suoi animali. Prima di attaccare in forze, viene deciso di dare un’opportunità a degli scienziati di convincere i nativi a lasciare il loro albero sacro usando degli Avatar creati con DNA umano ed alieno. Jake Sully (Sam Worthington), ex-marine, si unisce al team quasi per caso e tradisce la fiducia di Grace Augustine (Sigourney Weaver) facendo il doppio gioco per il colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang). Ma quando si innamora di Neytiri (Zoe Saldana), le cose cambiano…

Non voglio scrivere altro della trama, anche perché suppongo che tutti la conoscano. Chi non ha visto questo film? E quindi che posso scrivere che non sia già stato scritto? Probabilmente niente, ma visto che ho recentemente riguardato Avatar dopo averne comprato una splendida edizione con tre Bluray contenenti infiniti documentari e la versione estesa del film, eccomi qui con un post sul blog. Anche se nato per il 3D, il film risulta assolutamente spettacoloso dal Bluray e mi ci sono divertito come la prima volta che l’ho visto. Ammetto di essere assolutamente un fan di James Cameron, adorando tutto ciò che ha fatto: The Terminator (1984), Aliens (1986), The Abyss (1989), Terminator 2 (1991), True Lies (1994), Titanic (1997) e Avatar (2009). Sette film in 25 anni, non si può certo definire un regista prolifico. Fattosi le ossa con Roger Corman, stupì il mondo con The Terminator e i suoi effetti speciali magnifici nonostante il budget ridotto. Con Aliens dimostrò il suo valore dando un degno seguito al capolavoro di Ridley Scott, con The Abyss sperimentò con l’effetto speciale chiave con cui avrebbe dato vita al T-1000 di Terminator 2… Per girare Titanic non solo ne ricostruì una replica enorme, ma andò pure personalmente a visitarne il relitto!

Ed infine dette vita a Avatar, che quando aveva ideato era impossibile da realizzare per limitazioni tecnologiche ma che, anche grazie a Cameron, divenne fattibile nel 2009. I documentari che dimostrano come sia stato girato questo film sono incredibili e ne consiglio la visione senza dubbio: sono anche una prova di quanto il supporto fisico, anche se sta scomparendo, sia superiore ai servizi di streaming vista la cura con cui sono stati fatti alcuni prodotti (per esempio, l’edizione da tre Bluray che mi sono comprato qualche tempo fa). Visivamente siamo di fronte a qualcosa di incredibile: ogni fotogramma di questo film si potrebbe incorniciare ed appendere alla parete, ogni movimento, ogni particolare di ogni inquadratura… tutto è curato fin nei minimi dettagli. Gli effetti speciali, e stiamo parlando di un film che praticamente è un distillato di effetti speciali, sono a dir poco incredibili. Anche dopo aver visto come sono stati realizzati, ancora non ho capito come sia stato possibile fare almeno la metà delle cose che si vedono sullo schermo!

Ritroviamo molto del James Cameron precedente in Avatar: non solo Sigourney Weaver come in Aliens, ma anche i militari come in Aliens e The Abyss, e soprattutto un fortissimo messaggio ambientalista che era presente sia nei due Terminator, sia in The Abyss. Pandora, ma avrebbe potuto chiamarsi Gaia rifacendosi al grande Isaac Asimov, è una versione idealizzata della Terra che stiamo distruggendo in nome del profitto e del progresso. Per essere ancora più diretti, si può dire che James Cameron abbia seguito la trama di Avatar anche nel suo viaggio del 2010 al fiume Xingu in Brasile dove gli indigeni stavano lottando contro la costruzione di un’enorme diga sponsorizzata dal governo. Non è un segreto per nessuno che Cameron, pure vegetariano, abbia a cuore le sorti del pianeta e da sempre inserisca messaggi ambientalisti nei suoi film.

Ma quindi il film è solo (si fa per dire) effetti speciali e messaggio condivisibile? Naturalmente, no. Cameron gira sia l’azione che le scene d’amore con una maestria ineccepibile, ed è difficile annoiarsi anche se il film (nella sua versione estesa, che soprattutto ha delle scene iniziali sulla Terra che valgono la pena di essere viste) dura quasi tre ore. I colori, le immagini, gli animali e le piante inventati di sana pianta ma che danno vita ad un mondo assolutamente credibile e realistico a suo modo (per non parlare dei mezzi militari uno più affascinante dell’altro!)… si nota che tutto questo è stato fatto con una cura assolutamente fuori dal comune.

E qui voglio arrivare alla mia unica critica al film: se quella stessa cura fosse stata dedicata alla sceneggiatura, potrei classificare Avatar come un capolavoro. Purtroppo, invece, la sceneggiatura è la parte più debole del film: la trama viene spiegata di continuo con un uso a dir poco fastidioso e invadente della voce narrante (all’inizio senza nemmeno trovare una scusa, poi con l’espediente del videodiario di Sully), trama che tra l’altro non essendo per niente originale non aveva bisogno di grandi spiegazioni! I personaggi sono tutti molto basici: Sully un perdente a cui viene data una seconda chance, Quaritch un militare senza scrupoli, Parker (Giovanni Ribisi) è il Burke di Aliens della situazione, Grace una scienziata idealista che non scende a compromessi… Insomma, si sarebbe potuto fare molto di più su questo fronte, lo ammetto.

Nonostante questa innegabile debolezza del film, Avatar per me rimane uno spettacolo per gli occhi che non mi stanco mai di rivedere. Ha pure una meravigliosa colonna sonora firmata da James Horner (a proposito, di Horner ha scritto uno splendido articolo Nick su Matavitatau)! Superconsigliato! Ciao!


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11 risposte a "Avatar: recensione del film"

  1. Purtroppo non ho mai visto Avatar al cinema, eppure non mi stanca mai. È stato il primo film che ho messo quando ho potuto soddisfare il mio desiderio del 55 pollici. Magari la scrittura sarà ingenua e semplicistica, ma non lo vedo come un difetto poi così grave. Offre comunque un’ambientazione eccezionale e tanti piccoli dettagli che lo rendono sempre piacevole da riscoprire.

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  2. Sceneggiatura migliorabile unita a trama non originale? Vero (per la trama, in particolare), ma all’epoca avevo davvero aspettato troppo il ritorno in pompa magna di Jim Cameron alla fantascienza per non considerare entrambe alla stregua di poco più che perdonabilissimi peccatucci veniali… e, dopo più di dieci anni, Avatar rimane ancora un grandissimo spettacolo (sia in 3D che in 2D), concordo 😉
    P.S. E South Park ci insegna il giusto 😉

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