Star Trek IV: The Voyage Home: recensione del film

Con grande piacere, continua il viaggio di vengonofuoridallefottutepareti nella saga dei film di Star Trek insieme a Cassidy de La bara volante, e il post di oggi è dedicato a…

Star Trek IV: The Voyage Home (Star Trek IV: Rotta verso la Terra, 1986) chiude la trilogia cominciata con Star Trek II nel 1982 e continuata con Star Trek III nel 1984. Più di ogni altro, questo film porta la firma del compianto Leonard Nimoy che fa da regista oltre che autore della storia insieme ad Harve Bennett, mentre la sceneggiatura è firmata da una moltitudine di autori. Con le sue fortissime tematiche ambientaliste, l’influenza di Nimoy è innegabile.

Star Trek IV è un film brillante, ritmatissimo, pieno di ironia come mai nessun prodotto di Star Trek lo era stato prima, che usa la fantascienza per raccontare una storia attualissima su come noi umani stiamo distruggendo la vita su questo unico pianeta che abbiamo (almeno finché Zefram Cochrane non inventerà il motore a curvatura, naturalmente).

La trama in due parole è la seguente: una sonda sconosciuta si avvicina alla Terra e mette in crisi l’intero pianeta (la sonda è simile a quella dell’episodio La macchina del giudizio universale, per molti aspetti). Apparentemente sta tentando di comunicare con qualcuno, ma non riceve risposta e nel frattempo sta causando una crisi climatica che mette a repentaglio la vita sull’intero pianeta. L’unica speranza è che i nostri eroi possano risolvere la situazione al comando del Bounty (viene ribattezzato così lo sparviero Klingon su cui viaggiano). E lo fanno tornando indietro nel tempo (come nell’episodio Domani è ieri) per recuperare due megattere da mettere in contatto con la sonda… 

Calare l’equipaggio della compianta Enterprise nella San Francisco degli anni Ottanta dà adito ad una serie di scene una più ilare dell’altra. Kirk (William Shatner) e Spock (Leonard Nimoy) insieme sono fantastici (scoppio a ridere ogni volta con il punk sull’autobus, o quando il personaggio interpretato da Catherine Hicks chiede se i due vogliono mangiare italiano), Checov (Walter Koenig) che cerca i vascelli nucleari in piena Guerra Fredda fa molto ridere, McCoy (DeForest Kelley) che si lamenta della medicina da macellai del nostro tempo è strepitoso, e Scotty (James Doohan) alle prese con gli antiquati computer anni Ottanta è imbattibile. 

E che dire del tema profondissimo del film? Nimoy non ha paura di porre esplicitamente l’accento su quanto sia stupido cacciare balene fino a causarne l’estinzione e lo fa senza appesantire la storia, ma anzi chiudendo con un certo ottimismo visto che nel gran finale si salvano due balene che stanno per avere un figlio. Fortunatamente la popolazione di megattere è un po’ cresciuta rispetto ai livelli del 1986, anche se purtroppo ci sono ancora paesi che permettono la caccia di questi splendidi animali, su tutti il Giappone, e ben cinque delle 16 razze di megattere esistenti sono tuttora in pericolo di estinzione. 

Ma tornando a Star Trek IV, il senso di avventura è palpabile, il film scorre che è una meraviglia, le musiche di Leonard Rosenman sono perfette, e il tono è sempre quello giusto. Inoltre più che mai sono tutti gli ufficiali a partecipare, ognuno apportando qualcosa di fondamentale per la riuscita della missione, invece di lasciare tutto nelle mani del trio Kirk-Spock-McCoy come accadeva di solito. 

Concludo rivelando che per me questo film sta sul secondo gradino dell’ipotetico podio dei migliori film della saga, e anche questo l’ho visto sicuramente più di una dozzina di volte… Ciao! 

PS: toccante la dedica alle vittime dell’incidente del Challenger, esploso 73 secondi dopo il decollo poco prima che il film uscisse nelle sale (il 28 gennaio 1986, per la precisione).

PPS: da segnalare che il film si apre con un classico di Star Trek, un processo contro Kirk e compagnia che evidenzia come i Klingon non perdano occasione per chiedere la testa del nostro ammiraglio preferito. 


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21 risposte a "Star Trek IV: The Voyage Home: recensione del film"

  1. Kirk ha avuto più processi di alcuni nostri politici, però lui ne è sempre uscito bene per fortuna 😉 Sono sicuro che la sigla HMS Bounty abbia una spiegazione, non tanto per la citazione del nome scelto per la nave, quando per la sigla scelta piuttosto che la classica USS, dovrò farmi un giro in rete per togliermi il dubbio è il tipo di dettaglio di cui sono pieni gli archivi dei Trekkie. Per il resto sono totalmente d’accordo, un film brillante, portare Kirk e compagni tra noi “contemporanei” (del 1986) aiuta molto a far emergere le singole peculiarità avvicinandoli a pubblico, insomma, resta un gran bel film 😉 Cheers

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    1. Una rapida ricerca incredibilmente non rivela molti dettagli sull’origine del nome. Forse semplicemente volevano che il nome fosse esattamente quello del vascello originale del XVIII secolo, quindi… HMS!

      Comunque si, gran bel film, io lo riguardo sempre volentieri (e questo non dovrebbe sorprendere nessuno), e ci rido un sacco ogni volta. Poi il messaggio ecologista è splendido!

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    1. Stessa cosa per me, sin dall’adolescenza per me questo è sempre stato il mio film preferito di Star Trek! Ora lo considero come il secondo migliore, ma è questione di niente, per me II, IV e VI sono tutti ugualmente spettacolari! :–)

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  2. Un grande quarto capitolo della mitica saga capace di coniugare alla perfezione divertimento, azione, serio impegno ecologista e sci-fi di ascendenza TOS (il già tentato viaggio nel tempo), ovvio… quanto avrei voluto vedere (o almeno venire citata con dovizia di particolari) almeno una volta, nei film o nelle serie successive, l’avanzatissima specie di cetacei alieni che aveva mandato la potente sonda in cerca delle megattere!
    E i nostri, poi, alle prese con gli arcaici (per loro) usi e costumi del ventesimo secolo sono davvero uno spettacolo impagabile (Kirk a Spock: “Io adoro la cucina italiana… e anche tu!”) 😉
    Riguardo al punk “zittito” da Spock:
    https://memory-alpha.fandom.com/wiki/Kirk_Thatcher

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    1. Ahahahah! Non sapevo che il punk fosse una persona così interessante! X–D

      Il pezzo della cucina italiana è veramente devastante… No!
      Yes!
      No!
      Yes. I love Italian. And so do you.
      Yes.

      X–D

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