Indiana Jones and the Last Crusade: recensione del film

Partiamo dal presupposto che sono impossibilitato a scrivere qualcosa anche di solo lontanamente negativo su Indiana Jones and the Last Crusade (Indiana Jones e l’ultima crociata), film scritto da Jeffrey Boam (ma ci lavorò anche Tom Stoppard) e diretto da Steven Spielberg uscito nel 1989 e con cui sono letteralmente cresciuto (i crediti per la storia sono riconosciuti a George Lucas e Menno Meyjes). L’ho visto decine di volte, mi ci diverto sempre come un bimbo, e anche se ogni tanto arrivo a riconoscere l’esistenza di qualche difetto, lo adoro alla follia.

Cos’è Indiana Jones and the Last Crusade? È a tutti gli effetti il seguito di Raiders of the Lost Ark (Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, 1981), visto che il secondo film della trilogia di questo personaggio (avete letto bene: trilogia), Indiana Jones and the Temple of Doom (Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984) è un vero e proprio prequel (anche se la cosa è priva di qualunque importanza).

Essendo quindi il terzo ed ultimo film un seguito del primo, è uguale ma di più: ci sono gli stessi cattivi (Nazis. I hate these guys.Nazisti. Io li odio i nazisti.), c’è anche qui un non-tedesco interessato all’archeologia ad aiutarli (stavolta interpretato da Julian Glover), ci sono i viaggi in giro per il mondo segnati con linee rosse sulla mappa, c’è lo stesso tema di fondo religioso cristiano, anche se stavolta l’attenzione è sul sacro graal, e c’è una bella di turno con cui Indiana va a letto (la bellissima professoressa Schneider, Alison Doody). C’è pure una battuta che esplicitamente ricorda l’arca dell’alleanza (Are you sure? Pretty sure.Sei sicuro? Abbastanza.) ma in realtà di rimandi al primo film ce ne sono a bizzeffe, inutile stare ad elencarli tutti.

Ma il fatto che si ripetano molti elementi del primo film è forse un problema? No, affatto. Anche perché si aggiungono alla ricetta il mitico Sean Connery nei panni del padre di Indiana, e un ruolo più sostanzioso che in Raiders per l’amico Marcus Brody (Denholm Elliott).

Anche stavolta, quindi, ci troviamo di fronte ad un giro sulle giostre divertentissimo dall’inizio alla fine, studiato per piacere a grandi e piccini, anzi, per far appassionare all’archeologia questi ultimi inventandosi storie verosimili su crociati e Gesù Cristo. E, naturalmente, per far venir voglia agli adulti di visitare le rovine di Petra, in Giordania (un viaggio che magari volete evitare in questo particolare momento storico, se accettate un consiglio spassionato).

Come detto, nella storia potete sicuramente individuare qualche buco di trama anche piuttosto grosso, ma che sinceramente non intacca il mio giudizio. Per esempio, se a Venezia nelle catacombe basta un fiammifero per creare un incendio indomabile, come è possibile che il fuoco che cade dalla torcia di Indy mentre le esplora insieme a Elsa Schneider non provochi la stessa catastrofe? Perché Indiana è un fiGo, ecco perché.

Macro-storia a parte, la sceneggiatura fa attenzione ad un sacco di particolari molto divertenti. Per esempio, X never marks the spot (La X non indica mai il punto dove scavare) dice il professor Jones ai suoi studenti, poco prima di scavare su una X gigante nella biblioteca di San Barnaba a Venezia (che naturalmente ho visitato nella mia recente visita alla città). Tra parentesi, la X si vede bene quando Indy la guarda dall’alto, ma cambia completamente quando spacca il pavimento in una scena che è 100% spielberghiana (quel timbro è davvero potente!). E che dire dei dialoghi piccanti tra Indy, suo padre e Elsa che rivelano altarini inaspettati?

Certo, mi potrete obiettare che le liste di problemi e problemucci di questo film che si trovano in rete sono molto lunghe. Ho forse detto che il montaggio è perfetto? No, solo che… sono problemi irrilevanti. Indiana Jones chiude le sue avventure sconfiggendo i nazisti e cavalcando verso l’orizzonte al tramonto, cosa si può chiedere di più?

E per farlo pilota aerei, distrugge un carro armato a mani nude, trova la soluzione di ancestrali prove difficilissime da superare, conquista la bionda, salva la vita di suo padre, dimostra di essere un puro di cuore (è l’unico che non cerca il graal per sé stesso)… 

Poi il film usa un sacco di ironia, con Marcus Brody che con un po’ di fortuna potrebbe aver già trovato il graal (mentre prova a parlare in greco antico in Turchia!) e con una comicità slapstick irresistibile specialmente nelle scene in cui Sean Connery e Harrison Ford sono insieme (a proposito, la spiaggia dove abbattono un Pilatus P-2 con i gabbiani è a Cabo de Gata, Spagna). Certo, non sarà mai possibile capire perché i due si chiudano con una moto in una cassa di legno e fuggano prima che abbia funzionato il loro trucco per far andar via i nazisti su una barca, ma la situazione porta a così tanti momenti indimenticabili che poco importa. E vogliamo parlare della scena del passaggio segreto nel camino, praticamente un omaggio a Young Frankenstein (Frankenstein Junior, 1974) di Mel Brooks? O dell’autografo di Hitler?

Un’altra cosa degna di essere ricordata e di cui non ho ancora scritto è il folgorante inizio in cui River Phoenix interpreta un giovane Indiana Jones e in cui scopriamo l’origine della sua avversione per i serpenti, come ha imparato ad usare la frusta, e da dove arriva il suo iconico cappello. E in piena coerenza narrativa, l’inizio ha un sapore western proprio come il finale, ed è praticamente l’anticipazione delle due stagioni di The Young Indiana Jones Chronicles (Le avventure del giovane Indiana Jones), andate in onda a partire dal 1992.

Un’ultima cosa che mi preme sottolineare è quanto sia bella la colonna sonora di John Williams, con moltissimi temi splendidi, oltre naturalmente a quello di Indy che già conoscevamo dai film precedenti. Invece gli effetti speciali a volte fanno un po’ cilecca, con un green screen che dimostra tutti i suoi anni (specialmente nelle scene sull’aereo che si stacca dallo zeppelin). Ma cosa ho detto subito? Nessun difetto, per quanto mi riguarda questo è un classico senza tempo. Ciao! 


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29 risposte a "Indiana Jones and the Last Crusade: recensione del film"

  1. Anche io sono cresciuta con Indiana Jones, e questo è quello che mi è piaciuto di più, insieme ai predatori dell’Arca perduta. L’ultimissimo mi ha deluso, forse perché è così invecchiato lui, o forse perché sono cresciuta (eufemismo per invecchiata) io…

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        1. Tra la scena del treno che è un’accozzaglia di immagini già viste ma in un setting diverso e Indy anziano che ce l’ha coi giovani, avevo già l’orticaria, non ho potuto continuare. E mi è stato detto che la scena del treno è la parte migliore del film, non oso immaginare il resto! :–D

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  2. “Indiana Jones e l’Ultima Crociata” NON ha difetti, ha solo qualche aspetto un po’ vintage che gli dà quel tocco di classe d’altri tempi e BASTA (ed è pure l’ultimo che io abbia visto in sala) 😉

    P.S. “Le avventure del giovane Indiana Jones” era una bella serie, peccato che sia finita nel dimenticatoio: ignoro se sia stata recuperata da qualche piattaforma, ma i canali in chiaro non la replicano più da molti (troppi) anni…

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  3. Sono affezionato a questo terzo capitolo proprio per il compianto River Phoenix e perché l’adattamento è stato il mio primo videogioco posseduto (per Sega Master System). Ricordo la mongolfiera più nei pixel che nella cellulosa!
    Mi ha fatto piacere leggere i particolari che hai riportato, anche perché questo e il primo sono quelli che ho visto di meno e ricordo poco. Il mio preferito sarà sempre il secondo/prequel, che conosco a memoria: “Kali Ma… Kali Ma Shakti de,”

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    1. Bellissimo il ricordo del gioco del SMS! Io ricordo tantissimo The Fate of Atlantis, e non credo di averlo mai finito (mi pare che mi fermai in una caverna crollata a Creta o Malta, o un postobdel genere)…

      Comunque i primi tre Indy sono nei nostri cuori (per quanto io col secondo abbia il rapporto più difficile, lo ammetto)!

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  4. Il mio preferito di una trilogia da considerare in blocco un classico del cinema, non solo di avventura, ma proprio di tutti i tempi, con due attori in stato di grazia (gran recupero di Connery che finalmente si decise ad abbandonare il parrucchino, super affascinante lo stesso, e infatti pure Elsa ci è cascata 😆).
    Per i film di Indy dovevano fare come fa Henry Jones sr. per il graal, e lasciarli lì dov’erano, nell’Olimpo dei capolavori, invece non hanno resistito ai soldi facili… fortuna che sono riuscita a schivare il quinto, mentre per il quarto riuscirono a spillarmi persino i soldi del cinema, ahimè!
    Mi hai fatto venire voglia di mettere mano alla serie Tv, appena finisco quello che ho per le mani ci faccio un pensierino 😉

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    1. Aspetta, aspetta! Questa ha tutta l’aria di un’offerta! Se non hai firmato un contratto di esclusiva con Il Zinefilo, io ti metto a disposizione queste fottute pareti per scrivere della serie del giovane Indiana Jones all’istante! :–)

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      1. Per “mettere mano” io intendevo “recuperarne la visione”, di certo non mi aspettavo una simile proposta! Una nuova sfida! Un altro blog, un altro stile…
        Lusingatissima e onorata, non mi tiro indietro di certo, ma non è detto che dall’eventuale visione ne venga poi fuori qualcosa per cui poter scrivere, dipende da come si attivano le sinapsi 😅
        Ci penserò, tanto ci vorrà ancora parecchio prima che riesca a recuperare le avventure del giovane Indy.
        Per intanto grazie per la fiducia 😉 inizio ad avvisare Lucius 🤪

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        1. Oleeeeee!!! Queste fottute pareti ti aspettano a braccia aperte, e lo stile è totalmente libero o, per meglio dire… È il tuo, piena libertà di espressione! :–)

          Certo, amesso che Lucius ci permetta questo “tradimento” di blog! :–D

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          1. Ah, non posso girarmi un attimo che mi si sfilano collaboratori da sotto gli artigli! E il contratto che Vasquez ha firmato con il sangue? Come la mettiamo??? 😀

            Scherzi a parte, vedrai Sam che Vasquez è una forza della natura: ti trova il Santo Graal in un attimo, e i cavalieri templari… muti! ^_^

            Dopo film e serie TV valuta l’idea di parlare dei fumetti di Indy (io dovrei averne già scritto, da qualche parte, ma non ricordo bene) e magari pure dei videogiochi, per completare la panoramica.

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            1. Aahah! È così che ti assicuri la collaborazione di così tanti preziosi scrittori, quindi? :–P

              I fumetti li ricordo di quando ero giovanissimo, però recuperarli non credo sia facilissimo… Anche io ricordo di averne già parlato con te con dei commenti da qualche parte! :–)

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  5. Su archive.org il giovane Indy pare essere presente con tutte le sue avventure, solo in lingua originale (e anche nella loro versione “filmica”, se non ho capito male, ottenuta con l’unione degli episodi a coppie)… 😉

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  6. Questo lo vidi al cinema con i miei e ancora lo porto nel cuore. Il numero di visioni raggiunte è imbarazzante e ormai fuori conteggio, ma ogni volta che c’è l’occasione di rivederlo io questo incredibile ed entusiasmante giro di giro me lo godo sempre.

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