
Folie à Deux (Follia a due) è l’episodio numero 19 della quinta stagione di The X-Files ed è un classico monster-of-the-week fatto benissimo, come ci ha abituato questa solidissima stagione che per molti è l’apice qualitativo dell’intera serie.
Gary Lambert (Brian Markinson) lavora per un call center in Illinois e crede che il suo capo Greg Pincus (John Apicella) sia un mostro che rende zombie gli umani di cui si nutre (come la povera Nancy, Cynthia Preston), ma è l’unico ad accorgersi della cosa. Skinner (Mitch Pileggi) manda Mulder e Scully ad investigare, ma Mulder crede che sia una perdita di tempo e va da solo. Ma quando sente la frase hiding in the light (nascondersi nella luce) fa un collegamento con un vecchio X-File (anzi, più di uno) e il suo interesse sale, appena in tempo per essere preso in ostaggio insieme a tutto il call center proprio da Lambert armato di un M16.
Ecco quindi un assedio coi federali e degli ostaggi in pericolo, tra cui Mulder, che prova a far ragionare Lambert con calma anche se ciò che dice sembra privo di senso. Praticamente per lui siamo nel mondo di They Live (Essi vivono, 1987),ma con insettoni che creano zombie al posto di alieni. Poco prima che la crisi venga risolta con la forza, Mulder vede pure lui, pur se per un istante, il capo di Lambert in forma di insetto…
Folie à Deux è un classico X-File in cui la storia apparentemente assurda a cui crede Mulder sembra essere confermata da mille prove: l’autopsia di Scully al corpo dell’ostaggio ucciso da Lambert, il comportamento di Pincus, le visioni di Mulder stesso che nell’oscurità è in grado di distinguere le fattezze insettoidi di Pincus e anche di vedere chi è diventato uno zombie. Però nessuno crede al povero Mulder: inizialmente nemmeno Scully, che però piano piano si ricrede…
Che dire? Mi è piaciuto tutto di questo episodio, inclusa l’infermiera (Nancy Kerr) che dà la buonanotte a Mulder dicendo “Sleep tight, don’t let the bed bug bite!“, che è una classica frase che da dire ai bimbi, ma che si sposa alla perfezione col tema dell’episodio (non lasciare che l’insetto ti morda/punga). Anche l’effetto speciale dell’insettone è riuscitissimo perché si basa su un vedo/non vedo indispensable per il budget e la tecnologia del tempo.
E nel finale, anche se Scully non si spinge troppo oltre, le tocca appoggiare la tesi incredibile di Mulder perché pure lei vede l’insetto nello showdown all’ospedale. Lo fa invocando una follia a due, secondo cui l’essere stata esposta alla teoria di Mulder l’abbia portata a vedere quello che lui credeva di vedere, ma l’importante è che lo faccia! Cosa che, a ben vedere, si applicherebbe a meraviglia a tutte le avventure vissute dai nostri agenti speciali preferiti, che poi è forse il colpo di genio di questo episodio già di per sé solidissimo…
Di fatto, si nota come il focus dell’episodio cambi da Mulder a Scully quando è lei a dover prendere in mano la situazione dopo che a lui tocca un trattameno sanitario obbligatorio per sospetta mancanza di sanità mentale… Molto interessante, perché la credibilità degli X-Files ricade sulle spalle di Scully, e lei la regge forse anche meglio di Mulder con le sue teorie strampalate (che, ricordiamo, corrispondono sempre alla realtà dei fatti).
L’ultimissima scena poi è un classico del cinema di terrore secondo cui il mostro è ancora in circolazione e pronto a colpire di nuovo, e si rifugia ancora una volta in un call center… E quale posto migliore? È uno degli ambienti di lavoro più alienanti mai visti, con persone costrette a fare decine e decine di chiamate al giorno per offrire prodotti e servizi a persone che non li hanno chiesti, tutto il tempo di fronte ad uno schermo del computer che suggerisce loro cosa dire, proprio come se fossero… degli zombie, o degli automi, se preferite. Venti anni e passa dopo i call center continuano ad esistere, e si sono aggiunte anche altre classi di impiego altrettanto alienanti che oggi potrebbero costituire la base per un episodio come questo (penso a chi lavora nei magazzino di Amazon e simili, per esempio).
Abbiamo bisogno di persone pensanti o di zombie oggigiorno? Vince Gilligan qui sembrava suggerire che ci fosse il pericolo reale di una de-umanizzazione di certi tipi di lavoratori, e secondo me non possiamo far altro che dargli ragione, anzi, oggi più che allora. Ciao!
Episodio successivo: Il contagio
Episodio precedente: La fine
Prima o poi arriverà qualcuno a indagare sulla follia (a due?) dei titolisti italiani…per una volta che non dovevano tradurre, ecco qua! La “folie à deux” è un concetto tutto particolare, che puoi esprimere appieno solo dicendolo in francese, come deja vu, abajour, relè…
Per quanto come stagione io preferisca la settima, anche questa quinta si difende bene, e questo episodio mi è sempre piaciuto parecchio. Molto kafkiano (“ma poi chi era questo Kafkian?”, come direbbe Aldo Baglio 😛), e non solo per gli insettoni giganti. Bella recensione.
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Maledetti titolisti italiani, ne hanno azzeccate pochissime in The X-Files!
Preferisci la settima stagione alla quinta? Questa è quella che si potrebbe definire una hot take… ne parleremo allora, che presto ci arriverò (tipo tra 6 mesi)! X–D
Grazie mille! :–)
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Confermo. Ho ri-dato una scorsa agli episodi, e a parte puntate sparse, è nella settima stagione che ci sono gli episodi più matti. Ci aggiorniamo 😉
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Ci aggiorniamo si! Prossimamente tra queste fottute pareti! X–D
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Splendido episodio, di quelli che mi danno ancora i brividi al ripensarci, con quella “subliminale” creatura insettoide la cui visione condivisa (alla fine) fra Mulder e Scully rappresenta un ulteriore avvicinamento fra le loro due filosofie di vita. Una follia a due che è un modo come un altro per cercare di descrivere una nuova consapevolezza, destinata a crescere in futuro 😉
In tutto questo, poi, Gilligan riesce abilmente a inserire una non troppo velata critica nei confronti di un mondo lavorativo “zombificante”, e sappiamo quanto il tempo gli abbia dato ragione (purtroppo)…
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