Star Trek: Enterprise – S04E13, Fragile alleanza

Il seguito di Babel One è United (Fragile alleanza), in cui si fanno le prove tecniche della Federazione Unita dei Pianeti, United Federation of Planets, a cui allude il titolo originale (allusione persa come sempre nella scarsissima traduzione italiana). Normalmente i secondi capitoli di una trilogia sono i più deboli, ma United costituisce una splendida eccezione (complimenti agli sceneggiatori Manny Coto, Judith e Garfield Reeves-Stevens). 

Seguiamo da una parte il sabotaggio del prototipo romulano da parte di Reed e Trip che sono rimasti intrappolati a bordo, e dall’altra il tentativo di Archer di mettere in piedi un’alleanza tra vulcaniani, Andorian e Tellarite per utilizzare una flotta di più di cento navi necessarie per creare una rete di sensori capace di individuare la nave romulana.

Reed e Trip insieme sono una formula vincente, c’è grande chimica tra Trinneer e Keating (confermata anche nel loro Shuttlepod Show), e le scene in cui fronteggiano (a distanza) il malefico romulano interpretato da Brian Thompson sono tutte riuscitissime. E che bella la fuga dall’airlock nel finale! 

Ma è innegabile che la storia principale sia quella in cui Archer riesce ad ottenere una fragile alleanza con tre civilizzazioni da molto tempo in guerra tra loro, anche a costo di mettere a repentaglio la sua vita in un duello all’ultimo sangue contro Shran (Jeffrey Combs) che vuole vendicare la morte della sua compagna Talas (Molly Brink). Archer dimostra qui una certa bravura nel combattimento corpo a corpo, e sfrutta bene un cavillo legale trovato da Hoshi e Mayweather nell’antico rito Andorian del duello (Ushaan, reminescente di riti simili visti nella serie classica, si veda Il duello). Inoltre il capitano dimostra una nobiltà d’animo fuori dal comune, perché praticamente inizialmente accetta di morire pur di permettere all’alleanza di esistere. 

United non solo getta le fondamenta della Federazione (che conosciamo grazie alle precedenti serie di Star Trek ambientate nel futuro), ma approfondisce anche la natura degli Andorian, del loro mondo ghiacciato (che qui vediamo per la prima volta) e delle loro tradizioni (sembrano una società guerriera non troppo dissimile da quella Klingon, a dirla tutta). La storia si allaccia bene a Viaggio a Babel e a Il sogno di un folle (entrambe della serie classica) unendo terrestri, vulcaniani, Andorian e Tellarite in una stessa trama, e fa svolgere ottimamente il lavoro di prequel alla serie tutta.

Che peccato che la terza stagione sia stata un tale fallimento da questo punto di vista! La guerra con gli Xindi è talmente epocale che è ridicolo che nessuno l’abbia mai citata nel futuro, ed è per questo che, secondo me, stona in una serie che si svolge prima delle varie TOS, TNG, DS9 e VOY. Forse la sorte di Enterprise non sarebbe cambiata invertendo la terza e la quarta stagione, perché c’era un po’ di fatica nel mondo Star Trek nel 2005, ma chissà…

Ho due ultime cose da dire su United. La prima è che vedere due Reman insieme ai romulani non mi fa alcun piacere, perché vorrei rimuovere ogni ricordo che ho di quel disastro assoluto di Star Trek: Nemesis (La nemesi, 2002). La seconda riguarda il colpo di scena finale: il pilota del prototipo romulani è un Andorian che sembra cieco! Un povero prigioniero ignaro di come lo stiano usando? O c’è una storia più complicata sotto? Staremo a vedere, ciao!

PS: mi ha sorpreso una scelta registica del normalmente affidabile David Livingston che mi ha fatto venire il mal di mare inutilmente in un dialogo tra Hoshi e Travis con la macchina da presa impazzita a fare giri intorno ai due attori: ma che motivo c’era?


Episodio precedente: Babel

Episodio successivo: Gli Aenar


5 risposte a "Star Trek: Enterprise – S04E13, Fragile alleanza"

  1. Un altro grande episodio che, a costo di ripetermi, sta a dimostrare nuovamente cosa ne sarebbe stato di “Enterprise” se gli autori davvero capaci fossero arrivati quand’era il momento. Autori (oltre a Coto, ovvio) come appunto i coniugi Reeves-Stevens: con la loro provata abilità nello sfornare ottimi romanzi Trek, perché non ingaggiarli regolarmente fin dagli inizi? E ci scommetto che, tra le molte altre cose, sarebbero di certo riusciti a creare un background solido e coerente anche per dei personaggi nati in modo frettoloso come i Remani, se solo avessero avuto il tempo sufficiente per farlo…

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    1. Forse era quella l’intenzione di inserirli in Enterprise, d’altronde al tempo l’universo cinematogafico Trek aveva Insurrection e Nemesis come opere di punta, purtroppo…

      Comunque sì, capacissimi questi sceneggiatori, cavolo!

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