Star Trek: Voyager – S04E10, Pensiero violento

9Random Thoughts (titolo italiano: Pensiero violento) comincia con un po’ di dovuta calma dopo l’anno d’inferno che, pur se cancellato dalla storia, non è stato semplice da affrontare. La USS Voyager sta visitando un pianeta pacifico di telepati dove tutto sembra idilliaco e non vengono commessi crimini… insomma, il classico caso di: se tutto sembra positivo tutto si rivelerà negativo (un altro esempio a caso? Un sogno per ricordare, terza stagione). D’altronde questa è la tradizione di Star Trek!

E la tradizione si conferma rispettata immediatamente dopo la sigla quando la zelante poliziotta Nimira (Gwynyth Walsh) arresta B’Elanna Torres rea di aver pensato per un microsecondo di rendere pan per focaccia ad uno dei locali che si è scontrato fortuitamente con lei nel mercato. Fortunatamente le cose non sono così stupide come sembrano e la storia offre uno spunto per un’interessante riflessione sui processi alle intenzioni. Si può accusare qualcuno di un crimine commesso per averlo solamente pensato? O addirittura, nell’universo fantascientifico in cui ci troviamo, per un crimine commesso da qualcun’altro per aver inavvertitamente influenzato i suoi pensieri?

Purtroppo l’episodio non esplora realmente la questione e la puntata diventa un’ennesima riedizione de “un membro dell’equipaggio è accusato ingiustamente di un crimine“. Limitandosi a Star Trek: Voyager, era già successo a Tom Paris in Un testimone insolito e allo stesso Paris e a Harry Kim in La prigione, per esempio. Quindi anche stavolta tocca al mitico Tuvok risolvere tutto usando, per una volta, anche un po’ di violenza attraverso la fusione mentale vulcaniana.

Purtroppo c’è qualcosa che stona con quanto abbiamo visto recentemente: perché Janeway torna all’improvviso un membro della Flotta Stellare ligia alla Prima Direttiva dopo averla violata decine di volte data la situazione peculiare della Voyager? La Janeway degli ultimi tempi avrebbe dovuto teletrasportare via B’Elanna ingiustamente incarcerata senza pensarci due volte!

Insomma, questo sarebbe stato un normale episodio senza infamia e senza lode nella prima o nella seconda stagione, ma ora sembra un po’ fuori tempo massimo, dopo tutte le vicissitudini passate dalla USS Voyager e dal suo equipaggio.

Per concludere, Seven of Nine che dice chiaramente quanto sia stupido il metodo di esplorazione usato da sempre dalla Federazione vale la visione dell’episodio! “Contattate nuove civilizzazioni senza saperne niente e il risultato è quasi sempre un conflitto!” Direi che è Star Trek in a nutshell, cioè una perfetta quanto concisa descrizione di almeno il 50% degli episodi di Star Trek mai fatti!

E quando Seven lo dice addirittura al capitano è davvero da applausi! Il dialogo però è scritto in maniera un po’ approssimativa, sfortunatamente. Infatti, Seven accusa il capitano di sbagliare nel seguire pedissequamente la Prima Direttiva, e Janeway si difende dicendo che contattare altre specie è qualcosa di irresistibile per una nave della Flotta Stellare. Ma sono due cose differenti! Di fatto, Janeway avrebbe dovuto dare ragione a Seven aggiungendo che ultimamente lei stessa ha smesso di seguire la Prima Direttiva, ma che in questo caso ha deciso di seguirla perché… perché… ok, ammettiamolo, questo episodio non è assolutamente consistente con quelli precedenti, facciamocene una ragione e andiamo avanti con questa quarta stagione! Eppure sarebbe stato facile inventarsi una ragione, per esempio dire che non si voleva contrariare una società molto influente in questa parte del quadrante… ma invece ci tocca accettare l’ennesimo copione solo parzialmente convincente di questa serie. Ciao!

PS: Nel podcast The Delta Flyers Garrett Wang si dimostra un grande nerd (detto in senso positivo) notando come le parole trasmesse telepaticamente a B’Elanna sarebbero dovute risultarle incomprensibili perché il traduttore universale non può funzionare con la telepatia…


Episodio precedente: Un anno d’inferno

Episodio successivo: Il volo di Leonardo

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9 risposte a "Star Trek: Voyager – S04E10, Pensiero violento"

  1. Dopo un impegnativo doppio episodio siamo passati ad un qualcosa di più “rilassato”, che non mantiene tutto quello che promette: c’era la possibilità di costruire una storia alla The Minority Report (a rifletterci, il processo alle intenzioni ricordava abbastanza da vicino la “prevenzione” dei crimini attuata tramite i Precog) ma, come hai notato anche tu, si è invece ripiegato sulla riedizione di uno schema già fin troppo collaudato, pure se i momenti buoni -grazie a Tuvok e a Seven- non sono mancati…
    P.S. Gwynyth Walsh la conoscevamo già nei panni Klingon di B’Etor 😉

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    1. Noooo, non avevo riconosciuto B’Etor! Senza le sue te… Ehm, terrificanti fattezze Klingon in evidenza, è irriconoscibile!

      Hai ragionissima su Minority Report, questo episodio avrebbe potuto sviluppare argomenti del genere, ma rimane un po’ abbozzato.

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  2. Per me il discorso finale di Sette di Nove incarna tutte le voci dei fan e degli autori che dicono alla Janeway: ma com’è che la Prima Direttiva vale solo quando cacchio te pare? Un giorno è la Bibbia, il giorno dopo è carta igienica 😀
    Segnalo una curiosità. Quando Tuvok deve pensare a cose terribili e paurose per soddisfare lo “spacciatore”, è un bel problema: Star Trek è una serie per famiglie, a parte il finto Predator di sette puntate prima non c’è molto altro da mostrare. Mi immagino che Braga sbuca fuori e grida. “Ci penso io!” La Paramount tre mesi prima ha fatto uscire al cinema il fanta-horror “Punto di non ritorno” (Event Horizon, 1997) di Paul W.S. Anderson: visto che lavoriamo per la stessa casa, perché non rubiamo il morto spaziale che apre quel film? Così per magia nella mente di Tuvok appare uno dei mostri spaventosi del film di Anderson. Braga è uno di noi! ^_^

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    1. Grande, non lo sapevo!!! Ah, ho scoperto un collegamento Braga – James Cameron, che forse dimostra una certa ammirazione del primo verso il secondo. Apparentemente, Braga e Menosky sono riusciti a vendere una sceneggiatura a Cameron dal titolo Real Time. A occhio per adesso non ha mai visto la luce, però…

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