La musa (dall’originale Muse) lo leggo come un metaepisodio usato dal veterano Joe Menosky (che ha lavorato in The Next Generation, Deep Space Nine, Voyager, e recentemente addirittura pure Discovery e The Orville!) per evidenziare le caratteristiche di Star Trek meno credibili agli occhi di spettatori casuali: la mancanza di passione e sesso tra i personaggi, la linearità delle storie e la prevedibilità dei salvataggi dei membri dell’equipaggio precipitati su pianeti alieni, l’assurdità della vita priva di emozioni dei vulcaniani, eccetera eccetera.
Il buon Joe arriva addirittura a scrivere un dialogo in cui un vecchio saggio dice che le storie oggigiorno devono essere piene di stupidaggini (leggasi: azione ed effetti speciali) perché il pubblico è cambiato e non gli si può più dare storie realistiche e che fanno pensare! Per non parlare della parte in cui uno scrittore può addirittuta fermare una guerra: Menosky non poteva essere più esplicito, sta scrivendo della sua professione, oltre che di Star Trek all’interno di un episodio di Star Trek stesso.
Certo, allo stesso tempo La musa è anche un classico episodio in cui uno shuttle (in questo caso il Delta flyer) guidato da un paio ufficiali (in questo caso B’Elanna Torres e Harry Kim) precipita su un pianeta dove vive una società pre-industriale violando così, pur se involontariamente, la Prima direttiva. Ma qui il focus è sul messaggio più che sulla classica corsa contro il tempo o l’avventura a cervello spento.
Stavolta ad accogliere una ferita B’Elanna è un poeta, lo scrittore di spettacoli teatrali Kelis (Joseph Will), che la usa per inscenare storie ispirate alla Voyager che piacciono un sacco al perfido governatore (Stoney Westmoreland) grasso e pasciuto che mantiene i suoi poveri sudditi malnutriti e sempre sull’orlo di morire in guerre dovute a capricci e stupidi litigi con altri suoi pari. E non capisco perché per creare una bella storia d’amore per B’Elanna si debba ricorrere ad una usa e getta, vista la sua relazione con Tom Paris (che però non ha mai dimostrato di essere particolarmente credibile).
Ma voglio concludere questa breve recensione (positiva, se non fossi stato abbastanza chiaro, mi piacciono gli episodi che fanno mettere in moto il cervello) con una coincidenza, chiamiamola così: proprio dopo aver visto La musa ho continuato a leggere The Sandman di Neil Gaiman che mi sta accompagnando da qualche mese… Nel terzo volume eccoti la storia con William Shakespeare che mette in scena Sogno di una notte di mezza estate davanti a Oberon, Titania, Puck e tutti gli altri. Buffo no? In fondo, Kelis è l’alter ego di Shakespeare! Ciao!
PS: ma quindi B’Elanna è rimasta priva di sensi per otto giorni e si è risvegliata senza neanche un po’ di fame? Forti questi mezzi Klingon!
PPS: e come posso non menzionare la splendida scenetta con Tuvok che si addormenta al posto di comando?
PPS: per darvi un’idea della mente dietro a questo episodio, Menosky di Star Trek: Voyager ha scritto in tutto diciotto episodi della serie (l’ultimo è proprio questo), inclusi gli ottimi Speranza e paura e Senza tempo!
Episodio precedente: Vita veloce e prospera
Episodio successivo: Furia
Vedo che hai colto perfettamente l’aspetto metanarrativo di quest’episodio (azzeccato, poi, il tuo shakespeariano parallelo Gaiman/Menosky) 😉
E adesso sta per arrivare il prossimo, quello che ti dicevo essere come un ritorno al passato (in cui Seven ancora non faceva parte dell’equipaggio)…
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Spero in un finale di stagione col botto!!! :–)
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Non leggo niente: tornerò appena arriverò a questo punto 😛
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Giusto! No spoiler! Questo è un episodio davvero intelligente, credo che ti piacerà!
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