Wow. Semplicemente, wow. Potrei chiudere qui la recensione di questo capolavoro di episodio, Senza tempo (Timeless), sesto di una quinta stagione partita proprio forte (ed episodio numero 100 di Star Trek: Voyager!). Questa puntata fa un sacco di cose e le fa tutte bene (fondamentalmente non mi è piaciuto solo un piccolo dettaglio)! Poi è una puntata con un viaggio nel tempo e di solito a me quelle piacciono tutte… e in Voyager si viaggia un sacco nel tempo! Ebbene sì, è il momento di una lista:
- Ancora una volta (prima stagione, quarto episodio): la serie era agli esordi e la storia, pur partendo da una premessa intrigante, non era stata ben sviluppata. Peccato.
- La cruna dell’ago (prima stagione, settimo episodio): non si viaggia nel tempo ma c’è un interessante paradosso temporale con un romulano di mezzo, niente male!
- Non sequitur (seconda stagione, quinto episodio): bell’episodio con Harry Kim che arriva sulla Terra anni dopo la scomparsa della USS Voyager. Un finale un po’ buttato via, ma una storia piena di dettagli intriganti!
- Futuro anteriore (terza stagione, ottavo e nono episodio): fantastica avventura coi nostri eroi sulla Terra degli anni Novanta.
- Prima e dopo (terza stagione, ventunesimo episodio): meraviglioso episodio con al centro la mia amata Kes che poco dopo avrebbe lasciato la serie.
- Un anno d’inferno (quarta stagione, ottavo e nono episodio): un doppio episodio che ci ha regalato uno degli antagonisti più memorabili di Star Trek, Annorax (Kurtwood Smith).
Ed arriviamo cosí a Senza tempo il cui inizio non può essere più scioccante: su un pianeta ghiacciato, due figure misteriose scoprono dove si trova il relitto della USS Voyager, seppellita in un ghiacciaio! Dopo la sigla con cui possiamo goderci come sempre lo splendido tema di Jerry Goldsmith, si continua con lo shock. La nave è piena di cadaveri congelati (inclusi Janeway e Seven of Nine) e si scopre che le due figure altro non sono che degli invecchiati Chakotay e Harry Kim. Che sta succedendo? Presto detto: quindici anni prima il capitano prese la decisione di sviluppare il quantum slipstream drive, ovvero un sistema di propulsione alternativo al warp e capace di portare la Voyager al quadrante Alpha in un battibaleno (la tecnologia è quella del povero Arturis, vedasi Speranza e paura, ultimo episodio della stagione precedente).
Il problema è che il viaggio inaugurale verso la Terra andò malissimo e, secondo le parole di Kim e Chakotay, fece precipitare la Voyager a velocità impulso sul pianeta ghiacciato di cui sopra uccidendo tutti gli occupanti all’istante. Si salvarono solo loro due perché non a bordo, ma su un Delta Flyer che doveva assicurare che il viaggio andasse a buon fine. Quindi loro sulla Terra ci arrivarono, ma a che costo…
Non scrivo altro della trama per non rovinare sorprese a chi non abbia visto l’episodio. Aggiungo solo che pur essendo un episodio con un paradosso spazio-temporale c’è anche tempo per delle riflessioni non banali sul senso di colpa e sul vivere con un grosso peso sulla coscienza. E poi… LeVar Burton (cioè Geordi LaForge) qui non si limita soltanto a fare da regista, ma si esibisce in un cameo da brividi (letteralmente) in cui brilla in un dialogo con Chakotay scritto davvero splendidamente. Per non parlare degli effetti speciali davvero strepitosi (anche se la mia unica critica sta proprio nella scena della Voyager che precipita sul pianeta ad una velocità nemmeno lontanamente paragonabile a quella che io penso essere full impulse) e di un Garrett Wang che finalmente può brillare un po’ nei panni di uno Harry Kim lontano dal primo della classe che siamo abituati a vedere!
Insomma, qui se non siamo al capolavoro di Star Trek: Voyager, poco ci manca. Non è un caso che ci sia anche spazio per il buon Dottore sempre interpretato magistralmente da Robert Picardo. Che quinta stagione! Se mantiene questi livelli fino in fondo è senza dubbio la migliore vista fino ad ora! Ciao!
Episodio precedente: C’era una volta
Episodio successivo: Regressione infinita
Questo episodio l’ho recuperato in seguito e da molti fan è definito come uno dei più belli e non posso far altro che concordare sia con te che con i fan stessi. A livello di sceneggiatura hanno fatto un lavoro eccelso e hanno osato un po’ di più, cosa che apprezzo sempre in un film o in una serie tv.
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Di questo episodio -da fan a mia volta dei viaggi e dei paradossi temporali- mi limito a dire che la sua bellezza (finale compreso) viene anticipata alla perfezione dal titolo: infatti, è assolutamente senza tempo! 😉
Per quanto riguarda il resto della stagione, non solo il prossimo episodio ha di nuovo come protagonista Seven ma -a metà stagione circa- i Borg torneranno a cercarla in un doppio episodio di alto livello, così come di alto livello sarà anche l’episodio dedicato al nostro Dottore, poi avremo il ritorno del Capitano Braxton, dei Malon e… e finalmente avrai un indizio (nel doppio episodio) sulla tecnologia adottata dai Borg per spostarsi nella galassia a velocità incredibilmente alta, cioè quella di cui si accennava in quel film della TOS di cui ti lasciavo indovinare il titolo (e qui un altro indizio te lo do io: Scotty sabotava la nave inseguitrice, considerata “il grande esperimento” in quanto primo prototipo della Flotta a propulsione superiore rispetto alla warp classica ) 😉
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