The Blues Brothers: recensione del film

07_hookerThe Blues Brothers è un film del 1980 diretto da John Landis con protagonisti John Belushi e Dan Akroyd. A 38 anni dalla sua uscita possiamo affermare con certezza che si tratti di un capolavoro del cinema, una delle migliori commedie mai fatte e allo stesso tempo uno dei migliori musical, se non il migliore di tutti! Credo sia interessante soffermarsi un attimo sul fatto che fare il film fu una scommessa enorme, praticamente una follia: l’idea nacque da uno sketch del Saturday Night Live (uno show televisivo, lo stesso da cui nel 1992 successivamente nacque anche il divertentissimo Wayne’s World), Landis dovette combattere con i produttori che non credevano che un progetto con vecchie star quasi dimenticate della musica potesse fare molti soldi, lavorare con John Belushi e i suoi eccessi non fu facile (morirà nel 1982 per un’overdose da speedball), e a quanto pare il copione scritto da Dan Akroyd alla sua prima esperienza da sceneggiatore era un disastro che Landis dovette riscrivere quasi interamente.

Se non avete visto questo film non posso far altro che dirvi che vi siete persi un capolavoro del cinema e che dovete porre rimedio al più presto. E ora ne parlo un po’ qui!

La trama: Joliet Jake (John Belushi) esce di prigione e ad accoglierlo trova suo fratello Elwood (Dan Akroyd). Insieme vanno a trovare la suora che li ha cresciuti nell’orfanotrofio dove lavora anche Cab Calloway e scoprono che per mancanza di fondi il posto chiuderà e loro andranno una alle missioni e l’altro per strada (en passant, Landis rende omaggio a Mario Bava con la suora che va all’indietro come fluttuando prima di chiudere la porta in faccia ai fratellini). Su consiglio di Calloway, i due vanno a messa dal reverendo James Brown e… l’illuminazione! Jake capisce che deve rimettere insieme la banda di rhythm and blues per fare i soldi necessari per salvare l’orfanotrofio. Così comincia il reclutamento dei loro vecchi compagni, uno che lavora in un ristorante di lusso (“quanto vuoi tu per tutte le tue donna?”), un paio nella rosticceria di Aretha Franklin (“pane bianco tostato, liscio”), un gruppetto in una orrenda orchestrina (“Murph and the magic tones. Ma guardatevi! Sembrate tante scimmiette ammaestrate!“)… insomma, ci siamo capiti: tra dialoghi memorabili (“Io li odio i nazisti dell’Illinois!“) e partecipazioni di musicisti incredibili (vogliamo dimenticare Ray Charles al negozio di dischi? O John Lee Hooker nel mercato in strada?), la banda torna insieme. Solo che all’inizio fatica a trovare dove suonare, fino al memorabile concerto nella sala grande del Palace Hotel circondato dalla polizia e all’incredibile inseguimento fino all’ufficio delle tasse per pagare il debito dell’orfanotrofio.

Il film ha un ritmo indiavolato che è pari solo al ritmo della musica che suonano i nostri protagonisti o che ascoltano alla radio o in vinile. Dal punto di vista comico Landis non sbaglia un colpo: l’esibizione al locale country, il guizzo geniale dei nemici nazisti, il savoir faire dei fratelli Blues mentre tutto intorno a loro è il caos più totale… Musicalmente arriviamo a vette altissime. E poi Landis ci regala anche una lezione di regia action/road movie con degli inseguimenti da scuola di cinema sia nella highway statunitense sia a Chicago città (dove tuttora ci sono tour turistici che ripercorrono i luoghi dove fu girato il film).

Insomma, questo film è una fortunata combinazione di tutti gli elementi giusti: attori strepitosi, talenti musicali unici, un regista eccezionale nel suo periodo migliore (due anni prima aveva fatto Animal House, l’anno dopo farà An American Werewolf in London), e un budget incredibilmente alto per il progetto folle che era. Non esagero se dico che ho visto questo film almeno trenta volte, e consiglio naturalmente di guardare la versione estesa che si trova nelle recenti versioni in DVD e Bluray che contiene semplicemente più scene per lo più musicali. E state alla larga dal tardivo seguito che non è assolutamente all’altezza dell’originale! Ciao!


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15 risposte a "The Blues Brothers: recensione del film"

    1. In realtà è talmente straordinario che avrei potuto scrivere molto di più! L’introduzione dei due fratelli con lunghi minuti con pochissimo parlato, il “personaggio” della Blues Mobile, la stupenda Carrie Fisher… però mi sono contenuto!

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