Star Trek: Voyager – S02E04, Fertilità

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Era tanto che la Voyager non entrava in qualcosa. In principio fu l’anomalia spazio-temporale di Riflessi nel ghiaccio, poi il meteorite artificiale di Ladri di organi, poi la nebulosa de La nebulosa, poco tempo fa l’atmosfera del pianeta dei 37’s de La nuova Terra, e oggi tocca al banco di pesci in amore. E come potrebbe essere un episodio decente con questa premessa? Non sorprendentemente, Fertilità (titolo originale: Elogium, cioè la pubertà della razza di Kes) non lo è.

Deve essere primavera sulla USS Voyager, così Chakotay si imbatte in due colleghi che si baciano nel turboascensore (si veda la splendida immagine che accompagna questo post) e partono discussioni sull’opportunità di avere relazioni e di procreare per fare in modo che i figli possano prendere i comandi della nave tra circa 35 anni, a metà del viaggio verso il quadrante Alpha. Nello stesso momento Kes comincia a stare male, e si scopre che sta entrando prematuramente nell’unica fase fertile della sua vita quindi o fa figli adesso o mai più, e nello spazio ci si imbatte in degli esseri fatti orrendamente con la computer grafica e senza pensarci due volte ci si avvicina tanto da ottenere come risultato che la Voyager ne venga attratta irrimediabilmente.

L’episodio si svolge con due sottotrame, non so nemmeno se ce n’è una principale e una secondaria, tanto sono insulse entrambe. In una: Neelix ha forti dubbi sul diventare padre che vengono spazzati via da una conversazione di due minuti con Tuvok (che, scopriamo, ha quattro figli). Nell’altra: sul ponte di comando si fanno ipotesi fantasiose sul comportamento degli esseri spaziali che sembrano degli enormi girini marroni (e sono generoso, qui) basate sul nulla e che per pura coincidenza alla fine riescono a portare alla liberazione della nave. Una volta fuori dal banco di pesci Kes torna normale e via, si riparte.

Ah, e alla fine c’è una tizia mai vista prima (Samantha Wildman, interpretata da Nancy Hower) che dice di essersi appena accorta di essere incinta, visto che era arrivata fino a Deep Space Nine con suo marito. Ora io non so quanto tempo è passato dall’inizio della missione (Memory Alpha me lo potrebbe dire, ma non è questo il punto), ma siamo alla seconda stagione, quarto episodio, quindi suppongo siano passati almeno quattro o cinque mesi… e questa si accorge adesso di essere incinta? Andiamo bene!

In ogni caso, niente di interessante questo Fertilità, un po’ come quasi sempre quando Star Trek prova a toccare il tema dell’amore e della passione (mi viene in mente Fascination, tradotto splendidamente come Incantesimo d’amore, terza stagione di Deep Space Nine… ciao!

PPS: Toccante l’aneddoto sulla genesi del nome di Samantha Wildman (dal podcast The Delta Flyers di Robert Duncan McNeill e Garrett Wang). Era il nome di una bambina morta in un incidente i cui genitori donarono gli organi. Uno dei suoi reni arrivò alla moglie di Jimmy Diggs, sceneggiatore dell’episodio, e visto che alla piccola Samantha piacevano gli animali, il personaggio con lo stesso nome sulla Voyager è a capo della divisione di xenobiologia della nave.


Episodio precedente: Proiezioni

Episodio successivo: Non sequitur


10 risposte a "Star Trek: Voyager – S02E04, Fertilità"

  1. Qui si è persa l’occasione di rifarsi ad un’ottimo episodio della quarta stagione di TNG (La perdita), dove al posto di questi non entusiasmanti girini (per così dire) c’erano dei concettualmente ben più affascinanti e microscopici esseri bidimensionali, che privavano momentaneamente Deanna Troi delle sue capacità empatiche trascinando l’Enterprise dentro un buco nero… un soggetto simile in VOY sarebbe stato l’ideale per testare l’evoluzione dei poteri di Kes, mentre invece si è scelto di esplorarne MOLTO superficialmente e di fretta le potenzialità “fertili” 😦

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    1. Uh, non avevo pensato a La perdita come riferimento! Effettivamente ci sta, ma come hai giustamente scritto qui non si sfrutta per niente il potenziale di Kes!

      E il concetto degli esseri bidimensionali era effettivamente molto più interessante, mi ha ricordato il libro Flatland di Edwin Abbott Abbott (in italiano tradotto molto stupidamente come Flatlandia), che tra l’altro è splendido.

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        1. Sulla pagina di Memory Alpha dedicata all’episodio non si menziona Flatland, la qual cosa mi fa dubitare che i creatore ci abbiano pensato… però non lo sapremo mai, mi sa!

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