Star Trek: Voyager – S01E01-E02, Dall’altra parte dell’universo

USSVoyagerPare che sia giunto il momento. Dopo aver visto più volte The Next Generation e Deep Space 9 e durante la ongoing mission di guardare pure The Original Series, grazie ai buoni EvilAle e bad karma… ehm, volevo dire, grazie al buon Babbo Natale 2018, eccomi su Star Trek: Voyager!

Voyager
Lo splendido cofanetto con le sette stagioni di Voyager immortalato in una fotografia ad alta risoluzione grazie al mio smartphone ipertecnologico (o forse no).

Lo ammetto sin da subito: il poco che ho visto di questa serie non mi ha mai convinto fino in fondo. Ma adesso non ho scuse, me la guardo tutta! Anche questo progetto è certamente a lungo termine, ma intanto con queste vacanze natalizie ho già cominciato col piede giusto e mentre scrivo queste righe ho già fatto fuori i primi due DVD della prima stagione, cioè sette episodi di cui uno doppio! Quindi ne ho di cose da scrivere già… Per un’introduzione al mio lato trekkie vi rimando all’introduzione della mia missione TOS, e qui partiamo a warp speed 9.975 a parlare di Voyager!

Quando fu creata la serie di Voyager, nel 1995, Star Trek era in uno dei suoi periodi di massima popolarità. Appena l’anno prima era finita l’ultima stagione di The Next Generation, con l’Enterprise D lanciatissima in una serie di lungometraggi cominciati con Generations proprio nel 1994. E Deep Space 9 era già nella sua terza stagione pronta ad inanellare una serie di episodi spettacolari praticamente senza grossi cali di qualità fino al meraviglioso finale della settima ed ultima stagione. Quindi quando i veterani Rick Berman, Michael Piller e Jeri Taylor pensarono a Voyager, lo fecero sapendo dove mettere le mani. E si vede! Ci sono molte idee ben pensate dietro la costruzione di questa serie, di cui molte evidenti sin dall’ottimo episodio pilota. E cosa non mi aveva convinto nei miei sporadici contatti con la serie, quindi? Beh, quasi nessuno dei personaggi aveva catturato la mia attenzione… ma ora avrò modo di esplorare meglio tutto il prodotto e magari di cambiare idea!

E quindi eccoci al momento di parlare dell’episodio pilota: Dall’altra parte dell’universo (Caretaker, il titolo originale).

star-trek-voyager-caretaker

Stagione 01, episodio 01 (doppio): Dall’altra parte dell’universo

Questo è un pilota davvero ben strutturato. Si nota che sono state apprese le lezioni del passato e anche che non ci si vuole scostare troppo da una tradizione così importante e i cui prodotti stanno funzionando così bene. Qual’è la trama di Dall’altra parte dell’universo?

La USS Voyager, una nave della nuova classe Intrepid, viene mandata in missione nelle Badlands, presso Deep Space 9, per cercare una nave Maquis (degli ex-coloni della Federazione ribellatisi al patto stretto con i cardassiani) dichiarata dispersa. Il responsabile della sicurezza della Voyager, il vulcaniano Tuvok (Tim Russ), si trovava sotto copertura a bordo della nave Maquis e il capitano Kathryn Janeway (Kate Mulgrew) è pronta a tutto pur di salvarlo. Per la missione si reca pure in una colonia penale in Nuova Zelanda per reclutare personalmente Tom Paris (Robert Duncan McNeill), un pilota prodigio che sta scontando una pena per un incidente molto simile a quello che costò al cadetto Locarno il suo posto nell’Accademia della Flotta Stellare. Se aggiungiamo a questa ricetta che McNeill è lo stesso attore che interpretò Locarno nel bellissimo episodio di The Next Generation Il primo dovere (The First Duty in inglese), beh, Tom Paris è Locarno. Un personaggio quindi già caratterizzato per i fan di TNG.

Ovviamente le cose non potrebbero andare peggio per la Voyager. Catturata dalla stessa anomalia in cui era caduta anche la nave Maquis, si ritroverà catapultata dal quadrante Alpha al quadrante Delta in pochi secondi. E questo significa… a 75 anni a massima velocità da casa! Ma le speranze di tornare al proprio quadrante sembrano non essere nulle: c’è una stazione spaziale che pare essere responsabile di aver portato qui le due navi, e quindi forse c’è un modo di rimandarle indietro! L’investigazione di una possibile soluzione porta con sé vari interessanti sviluppi: si scopre che c’è un essere potentissimo sulla stazione che sta mantenendo in vita e in sicurezza un’intera popolazione (gli Ocampa) su un pianeta, che quell’essere sta morendo, e soprattutto la cosa porterà gli equipaggi delle due navi nemiche a dover collaborare.

E così conosciamo i due Maquis Chakotay (Robert Beltran), rinnegato della Flotta Stellare, e la mezza umana mezza Klingon B’Elanna Torres (Roxann Dawson), enfant prodige dell’ingegneria ma troppo indisciplinata per l’Accademia, così come altri membri dell’equipaggio della Voyager come il Guardiamarina Harry Kim (Garrett Wang). Menzione d’onore va allo splendido e burbero dottore olografico interpretato da Robert Picardo e per ora conosciuto solo col nome di “dottore”.  E va detto: l’episodio funziona alla grande nella presentazione di questi personaggi così come nella loro caratterizzazione, nonostante il poco tempo a disposizione! Si nota come ci sia del potenziale di conflitto, trucco già ampiamente utilizzato in DS9, in questo caso dato dalla presenza dei due equipaggi costretti alla convivenza.

E poi ci sono tanti stereotipi di Star Trek che hanno sempre funzionato bene: il belloccio sicuro di sé che ha successo con le donne (Tom Paris, seguendo le orme del Capitano Kirk, di William T. Riker, e di Julian Bashir), l’ufficiale privo di emozioni (Tuvok, riprendendo Spock prima e in una certa misura Data e Odo, la cui unicità è invece ripresa nel dottore olografico), la scheggia impazzita (Neelix, interpretato da Ethan Phillips, in cui vedo un potenziale Quark), il capitano che prova a non essere emozionalmente attaccato al proprio equipaggio (Janeway in stile Picard), un essere dai poteri soprannaturali (il Caretaker ha un che di Q di TNG e dei Prophets di DS9)… insomma, siamo su un terreno solido qui! E si capisce sin da subito che sono tutti personaggi in cerca di un’evoluzione che i creatori della serie hanno già in mente!

Nonostante questo, l’episodio ha delle falle piuttosto evidenti. La risoluzione finale, per esempio, è molto sbrigativa e non si può non pensare che ci fossero delle soluzioni migliori a sparare dei siluri sulla stazione spaziale. Cosa costringe Janeway ad attuare così? Beh, l’incontro con Neelix porta la Voyager a scontrarsi con i Kazon per salvare la bella Kes (Jennifer Lien), una Ocampa che hanno preso in ostaggio per capire come arrivare all’acqua di cui gli Ocampa abbondano. E qui una prima falla: i Kazon, pur avendo navi stellari comparabili con quelle della Federazione, apparentemente non riescono a creare acqua né a trovarne una fonte sufficiente da nessuna parte. Un po’ strano, ma accettiamolo… Il problema è che in poco tempo riescono a mettere alle corde la Voyager per prendere possesso della stazione spaziale così da arrivare a mettere le mani sull’acqua degli Ocampa.

Qui sarebbe bastato negoziare del tempo, provare ad arrivare ad un accordo che non prevedesse una guerra tra i due popoli, o semplicemente negoziare qualche ora sulla stazione spaziale per poterla usare per tornare nel quadrante Alfa (e poi magari distruggerla dopo, se Janeway proprio non si fidava dei Kazon). Insomma, un po’ di diplomazia à la Picard! Invece la Janeway blatera qualcosa sulla Prima Direttiva che ormai non si applica più perché già si sono immischiati negli affari di questi popoli e via, distrugge la stazione e con lei le speranze di tornare a casa. L’ho trovato un po’ troppo sbrigativo.

Bello invece l’espediente di distruggere la nave Maquis, sacrificata da Chakotay per salvare la Voyager, per unire i due equipaggi e fornire materiale per storie e conflitto praticamente infinito. Come ho scritto sopra, si nota che la cosa è stata ben studiata! Allo stesso tempo, forse sarebbe stato più efficace dilatare nel tempo l’accettazione da parte dei Maquis di far parte dell’equipaggio della Voyager e servire sotto un capitano la cui missione era portarli davanti a un tribunale…

In ogni caso, Dall’altra parte dell’universo è un ottimo inizio per questa serie. Ci sono moltissime cose promettenti, alcune cose che stridono un po’ ma non troppo, e adesso siamo su una nave danneggiata, 75 anni lontana dal quadrante d’origine, con un equipaggio diviso in due, in cerca di energia e di una soluzione per tornare a casa. Non male come inizio della storia! Ciao!

PS: la musica iniziale di Voyager merita attenzione, è splendida! D’altronde il compositore della sigla è Jerry Goldsmith, che già aveva firmato le colonne sonore di Alien, Gremlins, e di un paio di film di Star Trek!

PPS: così come fu usata l’Enterprise di Picard per lanciare Star Trek: DS9 nell’episodio pilota L’emissario (per una volta ben tradotto dall’inglese Emissary), è stato un piacere vedere Quark (e Morn!) all’inizio di Star Trek: Voyager sulla Deep Space 9! Tra l’altro, un Quark usato benissimo per introdurre l’ingenuo Harry Kim, per cui prevedo grandi cambiamenti nei prossimi sette anni di avventure!

PPPS: Garrett Wang ha recentemente dichiarato nel suo podcast The Delta Flyers che uno dei contendenti per il ruolo di Harry Kim era niente meno che Ke Huy Quan, noto per la sua partecipazione in The Goonies (I Goonies, 1985) e Indiana Jones and the Temple of Doom (Indiana Jones e il tempio maledetto, 1984)!


Episodio successivo: Riflessi nel ghiaccio

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40 risposte a "Star Trek: Voyager – S01E01-E02, Dall’altra parte dell’universo"

  1. Ah, un grande cambiamento per Harry Kim ci sarà di certo, più avanti, anche se per noi spettatori e per l’equipaggio sarà sempre lo stesso Harry… in realtà. Già, in -o, meglio, da- quale realtà? E aspettati di trovare Q (oltre ai responsabili della battaglia di Wolf 359) pure nel quadrante Delta, ovviamente! Adesso però mi fermo per non stuzzicarti troppo.. 😉

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    1. Ahahah! So che arriveranno i vincitori della battaglia di Wolf 359, ho visto qualche immagine… ma sono curioso di vedere come li svilupperanno! E Q non me lo aspettavo… ma John DeLancie ha sempre il suo fascino! :–D

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